Amazon sbarca a Pisa. Va tutto bene?
Il lavoro – Il consumo di suolo -La mobilità – Le tasse – La socialità –
Per approfondire
Amazon costruirà un magazzino nella zona industriale di Montacchiello.
Amazon è il portale di e-commerce più conosciuto e diffuso. Vende merci di tutti i tipi su internet e le trasporta a domicilio del compratore in tutto il mondo e in tempi brevi. In Italia la multinazionale ha 16 magazzini e centri di smistamento; quello che aprirà a Pisa dovrebbe dare lavoro a oltre 200 persone.
A prima vista sembra tutto molto moderno, efficiente, conveniente, comodo. A prima vista.
Il lavoro
Anche solo il fatto della creazione di 200 posti di lavoro, dovrebbe farci ben vedere l’apertura di questo magazzino a Pisa. Il lavoro, soprattutto in questi tempi di crisi, è sempre una benedizione. La sanno bene i grandi investitori che, con la promessa di crearne o con la minaccia di licenziamenti, piegano al loro volere l’interesse pubblico. I casi, in Italia e nel mondo, non mancano.
Gli stipendi offerti da Amazon sono buoni. L’azienda dà tanto e pretende altrettanto: i tempi di lavoro sono frenetici, sia nei magazzini, sia durante la consegna delle merci fatta dai corrieri. Niente di strano.
Il problema del lavoro è un altro: il problema è il cliente. Sebbene il consumismo ci abbia abituato ad avere sempre maggiori necessità e a buttare via oggetti ancora buoni per averne di simili ma nuovi, oltre un certo limite non si può andare. Se il pane lo compro al supermercato, non lo compro all’alimentari sotto casa, se il cellulare lo compro on-line, non lo compro nella catena di grande distribuzione. Tutto ciò che è venduto da Amazon (e da altri siti di e-commerce) non è venduto da altri. Ormai tutti sappiamo che i supermercati hanno colpito mortalmente i negozi di vicinato. Cosa succederà quando il commercio on-line diventerà un’abitudine quotidiana per la maggioranza di noi? Evidentemente i negozi tradizionali venderanno meno, probabilmente licenzieranno, forse chiuderanno i battenti.
Siamo sicuri che alla fine ci sarà un aumento dell’occupazione oppure saranno più i posti di lavoro persi?
Coraggio! Se sarete costretti a chiudere il vostro negozio, potrete sempre diventare magazzinieri da Amazon.
Il consumo di suolo
Stando a quanto si legge sui giornali, il nuovo magazzino che Amazon farà a Montacchiello sorgerà su un lotto di 25-30.000 mq di terreno. Si tratta di un terreno ancora vergine che fino a una trentina di anni fa veniva coltivato. Per Amazon è un ottimo posto: è lungo la via Emilia, vicino alla superstrada e a breve distanza dall’aeroporto. Perfetto per chi lavora con la logistica.
Nel raggio di 4 Km troviamo i capannoni abbandonati di Ospedaletto e quelli mai finiti della zona industriale di Navacchio, ma questi non interessavano. Niente di strano, a costruire ex novo si fa molto prima che ad adattare o a demolire un vecchio capannone.
Con questa logica però non smetteremo mai di consumare suolo. O gli amministratori locali incentivano il recupero delle aree abbandonate oppure l’urbanizzazione avanzerà e il degrado le andrà dietro. Si può fare? Sì: il braccio di ferro tra il Comune di Vecchiano e Ikea dovrebbe insegnarci qualcosa.
La mobilità
La creazione del nuovo centro di smistamento di Amazon aumenterà molto il traffico della zona al punto che si è già ipotizzata la realizzazione di una rotatoria al posto dell’attuale semaforo sulla via Emilia. Il magazzino servirà tutta la costa toscana fino a La Spezia e le zone interne della provincia fino a Empoli. Un’enorme quantità di oggetti provenienti da tutto il mondo che viaggeranno su camion e furgoni dei corrieri il più velocemente possibile.
Anche se Amazon è impegnata in un continuo rinnovo della propria flotta, anche con mezzi elettrici, dobbiamo interrogarci sul fenomeno e-commerce in generale. Fino ad oggi quando abbiamo bisogno di comprare qualcosa andiamo in un negozio e spesso lo facciamo con l’automobile. Se siamo bravi ci organizziamo e ci fermiamo lungo il tragitto casa – lavoro oppure andiamo in un posto dove troviamo più negozi: un centro commerciale o anche il centro storico della città. Così facendo perdiamo meno tempo e spendiamo meno di benzina; inquiniamo anche meno. L’e-commerce fa il contrario: carica un furgone e organizza il miglior percorso possibile per portare gli acquisti dai clienti. Quale dei due sistemi inquina meno? Non lo so, ma il problema è un altro.
Tutti noi vogliamo spendere meno possibile, ma fareste mezz’ora di macchina in più per risparmiare un euro su un oggetto che ne costa cinque? Io no. Oltre un certo punto non c’è più convenienza: se anche la benzina fosse gratis perderemmo troppo tempo.
Ma se il tempo lo perde qualcun altro? Se invece di comprare on-line 10 oggetti da un venditore solo li acquisto (per risparmiare) in 10 negozi diversi, saranno loro a doversi muovere e pazienza se avremo in strada molti più furgoni. Ambientalmente parlando ha senso far venire apposta un corriere a casa mia per consegnarmi solo una cover per il cellulare? No, ma è quello che succede. Alcuni addirittura comprano praticamente tutto on-line, anche i mobili, i libri, l’acqua minerale, i vestiti. E se poi il vestito non gli sta bene lo rendono: viene il corriere a prenderselo e se lo riporta indietro. Ancora furgoni sulle strade.
E c’è di peggio: Amazon prime. Con l’abbonamento prime, amazon vi consegna i vostri acquisti in un solo giorno. Cosa significa? Che invece di aspettare che il furgone sia pieno come dovrebbe, lo si fa partire mezzo vuoto ma subito per soddisfare i clienti impazienti.
Alla fine, forse inquina meno chi prende la macchina per andare al supermercato (ma è meglio andarci in bici).
Le tasse
Nessuno ama le tasse, però sono indispensabili per mantenere il nostro modo di vivere. Gli ospedali, la polizia, i vigili del fuoco, l’asfaltatura delle strade, le scuole, la tutela dei beni artistici, la protezione civile, sono tutte cose che esistono e funzionano perché paghiamo le tasse.
Ma Amazon e gli altri colossi del web come Google, Facebook, Alibaba quante tasse pagano? A quanto pare poco: circa il 2,7% dei ricavi.
In proporzione, l’alimentari sotto casa fa molto di più per lo Stato e per tutti noi.
La socialità
Può sembrare una banalità, ma andando in un negozio si incontrano delle persone. Si parla col negoziante e a volte con altri clienti. Ci si dice buongiorno, ci si scambia un sorriso o una preoccupazione, si instaurano dei rapporti col vicinato. Se non si è misantropi fa bene a noi stessi e a chi incontriamo.
Quando andiamo in un supermercato diciamo a malapena buongiorno alla cassiera.
Quando facciamo la spesa davanti al computer siamo soli.
Per approfondire
https://it.wikipedia.org/wiki/Amazon.com
https://www.glistatigenerali.com/sindacati/lavoratori-amazon-sindacato/
https://www.greenplanner.it/2019/09/20/rivoluzione-mobilita-sostenibile/
https://quifinanza.it/fisco-tasse/amazon-perche-giganti-web-pagano-poche-tasse-in-italia/