Allora quanto molti sospettavano è vero: la presenza dell’inceneritore di
Ospedaletto ha prodotto danni alla salute e costituisce un rischio per chi
ha la sfortuna di abitare nei quartieri vicini, magari sottovento.
Questo è quanto si ricava dalla “Indagine sulla salute dei residenti nel
comune di Pisa” condotta da un gruppo di ricerca coordinato dal dottor
Fabrizio Bianchi, dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR.
L’indagine utilizza un grande numero di dati
ambientali e sanitari e prende in considerazione l’inquinamento dell’aria
prodotto da 8 impianti industriali principali, tra cui l’inceneritore di
Ospedaletto e la rete stradale. Conoscendo le emissioni delle diverse
sorgenti e le direzioni dei venti dominanti, il territorio comunale è
stato diviso in zone diversamente esposte agli agenti inquinanti per
confrontare la salute dei residenti nelle aree più esposte con quella
delle aree meno esposte. Sono stati considerati i dati relativi a
mortalità, ricoveri ospedalieri e problemi relativi alle nascite.
I risultati dell’indagine mostrano alcuni eccessi di mortalità e morbosità
considerando il complesso delle fonti industriali ma in particolare
considerando l’inceneritore. L’effetto del traffico è ritenuto ancora non
sufficientemente affidabile dagli stessi autori che hanno caldeggiato un
modello più evoluto di diffusione degli inquinanti.
Sebbene lo studio non sia conclusivo e apra a necessari
approfondimenti, i segnali emersi sono sufficienti per indirizzare le prossime conseguenti.
Nei 14 anni studiati (2001-2014) sono emersi effetti negativi addebitabili
all’inceneritore, come si legge nel “Rapporto di sintesi” «Per
l’esposizione ad inceneritore emergono
eccessi [di mortalità, n.d.r] statisticamente significativi per i soggetti
in area con più alta concentrazione [di inquinanti, n.d.r] rispetto a
quelli residenti in area a più bassa
concentrazione». Lo studio offre un’interessante dettaglio per le malattie
di diversa tipologia, ma quanto è importante è che viene segnalato un
appesantimento degli effetti rispetto a quelli già emersi nel 2002.
Da molti anni comitati cittadini denunciano i rischi dell’incenerimento.
Con loro Legambiente Pisa ha indicato la via della riduzione del rifiuto,
a partire della raccolta domiciliare, come via per evitare la necessità di
bruciarli. Ora Legambiente è impegnata nella promozione della
“economia circolare” nella quale è minimizzato il consumo di
materia a partire dalla progettazione dei prodotti sino al loro recupero.
I risultati che identificano criticità proprio in quella parte della città,
rendono necessaria una riflessione più ponderata sul rischio reale che
questa subisca un ulteriore carico ambientale per previsioni sbagliate
sull’inceneritore e per la previsione della centrale di produzione di
energia elettrica a biomasse: un impianto che non conviene né
ambientalmente né economicamente.