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Sommario:

  1. Prima Pagina
  2. Il mondo ai tempi del colera
  3. Esperienze di volontariato
  4. Ambiente

Verso il Forum Sociale Europeo

di

Susy Pirinei [Rete Lilliput]

Il Social Forum Europeo, a Firenze dal 6 al 10 novembre prossimi, si sta avvicinando. Ma che cos’è il Social Forum Europeo? O meglio, che cosa rappresenta per me che lo sto seguendo da sette mesi attraverso la partecipazione attiva al gruppo di lavoro sul programma?

Provo a dare una risposta semplice. Il FSE è anzitutto un luogo in cui le diverse espressioni della società civile (attraverso le associazioni, i sindacati, le organizzazioni non governative, ecc.) propongono analisi, critiche e alternative al sistema economico e sociale prevalente oggi; è un luogo dove la contrarietà alla guerra non è semplicemente "il pacifismo", spesso oltraggiato perché definito irresponsabile e incapace alla risoluzione dei conflitti, ma una scelta responsabile, capace e faticosa di costruire nuove relazioni sociali e politiche attraverso la pratica della nonviolenza attiva; ancora, è un luogo in cui il conflitto sociale, non negato, non strumentalizzato, diventa humus per promuovere i disagi in idee, e le idee in cambiamento.

E’ tutto bello, quindi? In realtà ci sono alcuni aspetti che credo valga la pena di analizzare. Permangono tentazioni di personalismi strumentali e in questi mesi mi sono resa conto che alcune persone ripropongono vecchie strategie e vecchi antagonismi. Ripropongono cioè lo stesso modo di fare politica di venti o trent’anni fa ed esprimono disagio ad assorbire il cambiamento che si è prodotto. Eppure moltissime cose sono cambiate: dagli equilibri politici internazionali, con i nuovi scenari di geopolitica, all’uso della guerra, con il passaggio dalla strategia di deterrenza a quella preventiva, all’irrompere nella vita politica (e il caso nazionale ne è un fulgido esempio in negativo) di inedite concentrazioni di potere politico, economico, mediatico, ad una maggiore sensibilità delle cosiddette persone comuni, non militanti, a farsi promotrici e portavoce delle esigenze di pace, di giustizia, di economia solidale che emergono dal basso della società. Quest’ultimo aspetto è, secondo me, la grande novità e risorsa del primo foro sociale europeo. Non soltanto conferenze e seminari quindi, non soltanto corteo, ma mobilitazioni diverse, allegre ed aperte a partire dai laboratori, espressione dell’azione delle micro–realtà sociali che lavorano ogni giorno in contatto e per il cambiamento del proprio territorio, dalle piazze tematiche, dal parlare con la gente perché possa comprendere di che cosa vogliamo discutere, ci accolga ed apprezzi lo sforzo delle tante persone che hanno investito anzitutto le proprie energie e le proprie idee. In effetti, credo che la più grande sfida del Forum sociale europeo sia proprio quella di dimostrare alla società europea, impaurita, impoverita, diffidente, che esistono delle realtà sociali fatte di persone in grado di proporre e produrre un cambiamento a partire anzitutto dai propri stili di vita, dalle scelte che ogni giorno facciamo, al di là di ogni schema e di ogni etichetta.

Personalmente, è la prima volta che partecipo attivamente alla costruzione di un evento di queste dimensioni culturali, sociali e politiche; durante questo percorso sono emerse molte domande, in parte soddisfatte, in parte ancora in attesa di una risposta e mi aspetto che nuove domande emergano. Credo però che l’esperienza di partecipare alla costruzione di questo forum sia di per sé bella e gratificante perché mette in primo piano la possibilità concreta di un cambiamento culturale che ritengo sia alla base di ogni altro cambiamento duraturo. In questo periodo pieno di incertezze, il Forum Sociale Europeo può dare la misura della forza, della capacità e della maturità di nuovi soggetti sociali di proporre analisi, critiche e alternative che non possono essere ignorate. Il Forum Sociale Europeo è quindi una grande occasione per parlare ai tanti che sollevano dubbi, che fanno domande, che hanno la percezione che ci sia una perdita di valori diffusa e importante e hanno voglia di sperimentare nuove forme attive di cambiamento partendo dal sé quotidiano. E’ anche un’occasione speciale di confronto, di incontro e di festa. A ciascuno l’invito a partecipare e a sperimentare.

Archivio (online o pdf):

  1. pdf L’Albero Pazzo 2
    Maggio 2002
  2. pdf L’Albero Pazzo 3 - 4
    Luglio 2002
  3. pdf L’Albero Pazzo 5
    Novembre 2002
  4. pdf L’Albero Pazzo 6
    Febbraio 2003
  5. pdf L’Albero Pazzo 7
    Aprile 2003
  6. pdf L’Albero Pazzo 8 - 9
    Luglio - Agosto 2003
  7. pdf L’Albero Pazzo 10 - 11
    Dicembre 2003
  8. pdf L’Albero Pazzo 12
    Settembre 2004