Medicina omeopatica: come curare le parti senza dimenticare il tutto
di
Francesca Passeri
Negli ultimi anni le Medicine non Convenzionali hanno avuto una notevole diffusione. La definizione di medicine non
Convenzionali è "ampio campo di risorse sanitarie che attraversa tutti quei sistemi, modalità o pratiche, con
le loro teorie e credenze, che sono diversi da quelli intrinseci al sistema medico politicamente dominante in una
particolare società o in un particolare periodo storico". La Medicina Omeopatica utilizza esclusivamente medicinali
omeopatici unitari sottoposti a sperimentazione patogenetica. Ogni rimedio omeopatico, quindi, viene sperimentato
singolarmente su individui sani, in genere nell’ambito delle Scuole di Omeopatia, e non si utilizza la
sperimentazione sugli animali; il risultato della sperimentazione, definito "patogenesi" del rimedio, è essenziale
per la prescrizione. La prescrizione avviene infatti in base al principio di similitudine o analogia, fra il quadro dei
sintomi presentato dagli sperimentatori e il quadro dei sintomi presentato dall’ammalato. Il Medicinale Omeopatico
è una sostanza proveniente dal mondo vegetale, minerale o animale, sottoposta a processi di diluizione e
dinamizzazione (è un tipo di scuotimento cui è sottoposta la soluzione), che è stata sperimentata
sull’uomo sano. La diluizione della sostanza di partenza dei rimedi omeopatici rende impossibile una
interpretazione della loro azione sul piano biochimico-molecolare. Il rimedio agisce stimolando le capacità di
reazione del paziente; la malattia infatti, secondo questa visione, deriva da uno squilibrio dell’individuo
stesso. Il rimedio agisce apportando uno stimolo, una informazione al sistema biologico che lo porta a ritrovare un
equilibrio nelle proprie reazioni. La ricerca scientifica non ha ancora spiegato il preciso meccanismo col quale avviene
tale interazione, c’è da dire che poche risorse sono state fino ad oggi impiegate in tal senso nel mondo
della ricerca. I medici omeopati, al contrario, tramite la loro esperienza clinica, arricchiscono continuamente di
informazioni tale disciplina. Queste sono naturalmente informazioni di tipo clinico, e non riguardano il meccanismo
d’azione dei rimedi, che dovrebbe essere studiato da fisici, chimici, biochimici. La medicina veterinaria ha dato
un notevole contributo alla credibilità dell’omeopatia in quanto i risultati ottenuti non si possono certo
imputare all’effetto placebo tanto invocato dagli scettici per le guarigioni degli esseri umani. La
difficoltà dell’accettazione di molte medicine olistiche, tra cui l’omeopatia, da parte del mondo
accademico ufficiale deriva anche dal fatto che il paradigma meccanicistico-molecolare oggi dominante in medicina non
spiega tali discipline. Esse infatti si rifanno a una visione dell’uomo di tipo sistemico, in cui le singole parti
non sono studiabili se non nella loro complessa interazione.