Quanto petrolio ci costa la guerra per il petrolio? E quanto le emissioni di CO2 dannose all’atmosfera? La
combustione di 1 litro di benzina produce 2,35 kg di anidride carbonica (CO2), quella di 1 litro di gasolio produce 2,66
kg di CO2: la media, che useremo per i nostri calcoli, sarà perciò di 2,5 kg di CO2 per ogni litro di
carburante. Un carro armato Abrams M1, pesa 65 tonnellate e fa 1 km con circa 4.5 litri di carburante: quindi 450 litri
per 100 km (il suo motore turbo è soprannominato "gas guzzler", l’ingozzatore di benzina). Altri tank
consumano in media 200-300 litri per 100 km. Un aereo da caccia tipo F-15E Strike Eagle o F16 Falcon consuma circa 16200
litri/ ora. Un bombardiere B52 consuma circa 12.000 litri/ora. Un elicottero da combattimento tipo AH64 Apache consuma
circa 500 litri/ora. Mezzi di appoggio, logistica varia: si può stimare in media un consumo di 1 litro/ km. Ora
bisogna stimare le forze in gioco. I dati sull’attuale conflitto sono variabili secondo le fonti, incerti e non
convincono. Per avere un ordine di grandezza ci si può basare sui dati diffusi a seguito del precedente conflitto
"Desert Storm" del febbraio-marzo 1991. In Desert Storm gli F117 erano 42 e volarono per 6.900 ore in 38 giorni, quindi
con una media di circa 4 h/giorno. Gli altri aerei complessivamente impiegati nell’operazione furono 2400. I carri
armati Abrams furono 1.848, i veicoli d’appoggio oltre 50.000. Un caccia F15 vola ad oltre 2.000 km/h e consuma
tra 16.000 e 20.000 litri di cherosene all’ora. Furono effettuati rifornimenti di carburante in volo per un
impressionante volume di 675 milioni di litri (ci si potrebbe fare il pieno a circa 17 milioni di autovetture normali),
tanto che un pilota di F-15 commentò: "There was more gas in the sky over Saudi than in the ground below" (Fonte:
White Paper - Air Force Performance in Desert Storm, Department of the Air Force, April 1991): si tratta del solo
carburante erogato in volo, e no tiene conto di quello erogato direttamente a terra. A questo punto, assegnando un parco
mezzi più o meno di questa consistenza e applicando un coefficiente di utilizzo molto prudente di 1 h al giorno per
mezzo, si ottiene un consumo giornaliero di 45 milioni di litri di carburanti solo per la coalizione USA-UK, cui va
aggiunto il consumo dell’esercito iracheno e i pozzi di petrolio in fiamme. Le unità navali non sono state
considerate, in quanto almeno le grandi portaerei sono a propulsione nucleare. In sostanza ogni giorno di guerra si
consuma tanto carburante che basterebbe a fare il pieno a 1.125.000 autovetture. Veniamo ora alle emissioni in
atmosfera: moltiplicando i 45 milioni di litri giornalieri per 2,5 kg di CO2 si hanno 112,4 milioni di kg di CO2
(cioè 112.400 tonnellate). Poiché ogni italiano ha un carico pro-capite di emissioni pari a 9800 kg di CO2
all’anno derivante dal proprio consumo energetico, ciò significa che ogni giorno di guerra equivale
all’emissione annua di circa 11.500 persone. Si tratta quasi certamente di una valutazione per difetto, infatti
bisogna conteggiare anche tutto il carburante consumato nei mesi precedenti per trasportare truppe e mezzi nel teatro
delle operazioni e quello che inevitabilmente viene sprecato in incidenti, azioni belliche e così via, ma serve a
dare un ordine di grandezza.
In sintesi:
- se la guerra dura 10 giorni si ha un consumo di 450 milioni di litri, ed emissioni di 1,124
milioni di tonnellate di CO2 (equivalente a una città italiana di 115.000 abitanti per un anno).
- se la guerra dura 30 giorni: il consumo è di 1,35 miliardi di litri, le emissioni di 3,38 milioni di
tonnellate di CO2 (equivalente a una città italiana di 344.000 abitanti per un anno).
Oltre ai problemi di ordine morale, si constata come un tale volume di emissioni gassose in atmosfera vanifica in pochi
giorni gli sforzi di intere nazioni per ridurre i consumi e risparmiare energia, alla faccia del Protocollo di
Kyoto. Poiché l’Italia, per ottemperare agli accordi di Kyoto, dovrebbe ridurre il suo carico di emissioni di
circa 80 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, pari a circa 220.000 tonnellate al giorno, l’emissione
giornaliera derivante
dal conflitto iracheno equivale almeno alla metà di questa massa.