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Sommario:

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La nuova guerra: le Info-Ops

di

Luca Andreani

La guerra che si è recentemente combattuta nel deserto iracheno ha portato alla ribalta uno strumento a disposizione dei comandanti che, opportunamente impiegato, può essere devastante come il fuoco di una intera brigata corazzata e al tempo stesso efficace come le armi che la tecnologia rende sempre più precise e "quasi intelligenti": le INFOOPS. Innanzi tutto vediamo di capire cosa si intende con questo termine, che intuitivamente possiamo correlare con l’intelligence o con i media. In realtà le Infoops non sono una componente di nessuna di queste due branche; ma loro strette parenti e da entrambe traggono elementi importanti per la loro pianificazione e attuazione in operazioni di tipo militare.

Volendo in qualche modo esplicitare ciò che si nasconde dietro questo concetto operativo, si può dire che esse rappresentano l’insieme di quelle azioni che si prefiggono di controllare o addirittura influenzare le reazioni dell’opinione pubblica e del nemico attraverso la gestione della comunicazione. Per comprendere a fondo questa definizione è fondamentale percepire tutte le sfaccettature e le applicazioni che può assumere il concetto di comunicazione nelle operazioni militari moderne. Il punto di partenza per questo processo di comprensione deve essere la considerazione che, negli attuali teatri operativi, le notizie e gli avvenimenti possono giungere agli ascoltatori, ai lettori e al nemico stesso, in tempo reale. Come conseguenza di questo indiscutibile dato di fatto si può pertanto facilmente dedurre che, chiunque oggi è messo nelle condizioni di avere un’idea di ciò che sta succedendo. Diventa dunque fondamentale la percezione dell’avvenimento e la conseguente reazione emotiva, che spesso è alla base dei comportamenti umani. Lo scopo principale delle Infoops è proprio quello di trasmettere messaggi che possano orientare gli atteggiamenti e le reazioni nella direzione voluta e più favorevole. Al fine di ottenere il risultato sopra indicato le Infoops coordinano ed impiegano vari "strumenti", tra cui i principali possono essere considerati:

Come abbiamo potuto vedere anche di recente, le fonti di comunicazione presenti in un’area d’operazioni sono numerosissime, dando origine ad un considerevole flusso di messaggi che generano le reazioni più disparate. Tale situazione rende assolutamente necessario che ogni azione compiuta od ordine dato tenga conto delle ripercussioni emotive che possono determinarsi nella mente di chi ne viene a conoscenza, pertanto diventano vitali i modi e i termini con cui ogni singolo fatto, anche quello apparentemente più insignificante, viene riportato. Il gran numero di civili in mezzo ai soldati, siano essi giornalisti, rappresentanti di organizzazioni non governative oppure indigeni coinvolti loro malgrado, rende necessaria una loro gestione che, da un lato ne eviti l’interferenza nelle operazioni, e dall’altro addirittura ne faciliti l’attuazione. Quest’aspetto rappresenta la componente offensiva delle Infoops, ossia la capacità di individuare i mezzi e gli argomenti che permettono di indirizzare il comportamento e l’opinione dei civili o dei soldati nemici a proprio favore. Lo scopo ultimo di queste azioni è quello di creare una forte corrente di pensiero che supporti i propri obiettivi in modo tale da condizionare le azioni e le scelte delle opposte leadership militari e politiche. I mezzi per ottenere questo risultato sono di vario genere e abbracciano un’ampia gamma di azioni che possono essere non letali (operazioni psicologiche, attività di guerra elettronica) o letali (azioni di sabotaggio o di distruzione). Come logica conseguenza dell’esistenza delle Infoops offensive si può parlare anche delle Infoops difensive, che si differenziano dalle prime in quanto focalizzano le proprie azioni sulle truppe amiche. Esse perseguono principalmente due scopi: Le due tipologie di operazioni vanno condotte simultaneamente ed hanno la stessa valenza nell’ambito dell’economia di un’operazione militare.

Affrontando il tema dal punto di vista normativo, esiste ancora molto poco in merito alle Infoops e solamente americani e inglesi stanno cercando di sviluppare una dottrina, ponendosi come modello di riferimento per chiunque intenda dotarsi di questo strumento. (…) Grande e diffuso è lo scetticismo circa l’efficacia di azioni che si prefiggono di raggiungere obiettivi militari, principalmente attraverso la forza delle parole piuttosto che delle armi. Questo però è il futuro che attende le Forze Armate, e soprattutto gli eserciti per poter essere considerati strumenti di amplificazione dei messaggi che qualunque società civile oggi vuole trasmettere. Il messaggio che oggi deve essere raccolto può riassumersi nella seguente frase: "le armi possono essere uno strumento il cui uso è accettabile, ma bisogna impiegarle solo quando sono rimaste l’ultima risorsa possibile e per il tempo strettamente necessario". Nelle guerre di oggi la vittoria può essere ottenuta solo attraverso la sinergia che scaturisce dall’unione della potenza dei carri armati e di quegli strumenti meno letali ma altrettanto efficaci che basano la propria forza sui complessi meccanismi della comunicazione. In questo periodo storico - definito come "l’era della comunicazione" - le Infoops sono probabilmente destinate a diventare uno dei principali strumenti ai quali fare ricorso per la pianificazione e la conduzione di una qualunque operazione militare.

da www.analisidifesa.it

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