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Sommario:

  1. Editoriale
  2. Il viatico
  3. Conflitti
  4. Bambini
  5. Stili di vita
  6. Cibi
  7. Terra, Acqua, energia
  8. Speciale Meeting di San Rossore sui cambiamenti climatici, luglio 2004
  9. Media
  10. Campagne e movimenti
  11. Diritti
  12. Culture
<= 100 strade per giocare: una in... Bambini Il calcio che ci piace:
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Campagne: Ecosistema bambino 2003

Devono ancora "combattere" con le macchine e andarsi a cercare qualche fazzoletto di verde nel panorama sempre più grigio dei nostri centri urbani. Ma se serve si rimboccano le maniche per riprendersi la città: vigilando o pulendo in prima persona parchi, piazze e giardini grazie ai programmi di volontariato che le amministrazioni mettono a loro disposizione. E magari progettano spazi pubblici insieme agli urbanisti, adottano monumenti con i loro insegnanti, guidano i turisti alla scoperta del centro storico. Oppure si organizzano in veri e propri consigli comunali dei ragazzi per esprimere i propri bisogni. Sono i giovanissimi, o almeno una parte di loro, che vivono nelle 13 città in cui arriva quest'anno la Befana di "Ecosistema bambino": il rapporto annuale di Legambiente che individua ogni dodici mesi, sulla base dei dati forniti dalle amministrazioni comunali dei 103 capoluoghi di provincia, le città italiane più attente all'infanzia. Quelle cioè che dimostrano di cogliere con maggiore ampiezza di vedute lo spirito della "Convenzione internazionale dei diritti del fanciullo" siglata nell'89 a New York, ratificata in Italia nel '91 e riesaminata dall'Onu nel maggio dello scorso anno: investire sulla tutela ma anche sul protagonismo, rispondere alle emergenze ma costruire anche delle esperienze che consentano ai giovanissimi di mettere radici nel proprio contesto di vita. E soprattutto rileggere l'intero sistema urbano secondo il punto di vista dei più piccoli.

Per approfondimenti: http://www.legambientetoscana.it/document/ecosistemabambino2003.pdf

LE MAGNIFICHE TREDICI

La “calza” ambientalista del 2003 è andata nell’ordine a La Spezia, Brescia, Torino, Arezzo, Reggio Emilia, Piacenza, Genova, Pistoia, Udine, Lecce, Siena, Pordenone e Caltanissetta. Sono le amministrazioni che coniugano meglio, come si diceva, qualità dell’ambiente e attenzione al punto di vista dei bambini. Ma attenzione: nessuna delle città italiane, nemmeno quelle più in alto nella graduatoria di Legambiente, può dirsi “a misura di bambino”. Molto rimane infatti da fare per garantire ai bambini un ambiente di vita salubre, autonomia negli spostamenti e nella fruizione della città, ascolto da parte di chi governa. Per questo la Befana del Cigno ha recapitato anche del carbone alle “magnifiche 13” che non fanno corrispondere alla bontà dell’impegno sul versante delle politiche per l’infanzia altrettanta concretezza su quello delle scelte ambientali. “Ecosistema bambino” tiene conto del resto di un complesso sistema di indicatori. Il punteggio viene assegnato in base alle opportunità di partecipazione allo sviluppo del territorio (esperienze di adozione della città, progettazione partecipata, consigli comunali dei ragazzi, incontri con il sindaco, giornate di volontariato…) alla presenza di strutture dedicate alle politiche per l’infanzia (assessorati e uffici per l’infanzia), alla diversità delle iniziative di aggregazione e di animazione culturale (musei, mostre, feste, biblioteche, ludoteche…), al ventaglio dei progetti avviati attraverso i fondi della Legge 285/97 che ha stanziato negli ultimi sei anni oltre novecento miliardi di vecchie lire a favore dei bambini. Nell’attribuzione delle “caramelle” e del “carbone” si è tenuto inoltre conto di alcuni parametri estratti da “Ecosistema urbano” (il rapporto annuale di Legambiente sulla qualità dell’ambiente dei comuni capoluogo) che incidono particolarmente nelle condizioni di vita dei giovanissimi: estensione delle isole pedonali, delle zone a traffico limitato, del verde pubblico e delle piste ciclabili, efficienza dei mezzi pubblici e tasso di motorizzazione.

LE PERLE DEL SUD

Ne consegue un’istantanea sulla diversità degli interventi messi in campo dagli amministratori, sia dal punto di vista partecipativo che più strettamente ambientale, a favore dei giovanissimi: restituendo un quadro del Paese diverso da quello fornito dai consueti indicatori economici. In termini generali infatti sono ancora le piccole e medie città del nord (dove gli Under 14 rappresentano appena l’11% della popolazione) ad emergere: con l’area ligure (rappresentata da La Spezia, prima in assoluto, e Genova) che si affianca a quelle in cui è tradizionalmente più forte l’attenzione nei confronti dei bambini. Ovvero l’Emilia Romagna (con Piacenza e Reggio Emilia), la Toscana (con Arezzo, Pistoia e Siena), la Lombardia (con Brescia) e il nord est (con Pordenone e Udine): tutte regioni ampiamente rappresentate anche nelle fascia immediatamente a ridosso di quella d’eccellenza. Ma è dal Sud che arrivano i segnali più incoraggianti: per la prima volta nella storia di “Ecosistema bambino” (l’unica ricerca italiana su questi temi, giunta ormai alla sesta edizione) due città meridionali, vale a dire Caltanissetta e Lecce, riescono a meritare l’assegnazione della “calza”. In rappresentanza di un piccolo insieme (che comprende almeno anche Reggio Calabria 15a, Palermo 20a, Catania 27a, Teramo 29a e Matera 31°) nella fascia “discreto”, subito a ridosso delle prime 13. Tutte amministrazioni meridionali, dove peraltro la percentuale di Under 14 sfiora in alcuni casi il 16%, in grado di affrontare con misure innovative la questione infantile: investendo sia nei servizi di base, sia nelle azioni legate alla partecipazione dei ragazzi. E soprattutto ricominciando dai bambini nel migliorare la qualità della vita di tutte le generazioni.

METROPOLI IN CRISI

In crisi sembrano piuttosto i grandi centri urbani. Solo Genova e Torino confermano infatti la propria presenza in prima fascia: dimostrando, in continuità con gli anni passati, di interpretare al meglio la “nuova onda” delle politiche italiane per l’infanzia e di valorizzare le risorse messe a disposizione, negli anni precedenti, dal ministero degli Affari sociali, ora del Welfare (con la già citata Legge 285/97) e da quello dell’Ambiente (con il premio “Città sostenibili delle bambine e dei bambini”) a favore dei giovanissimi. Per il resto le metropoli non riescono ad andare oltre la sufficienza. Roma (68a) si impegna nel trovare soluzioni per far partecipare di più i ragazzi (è in partenza il progetto Città dei bambini ed è alle prime armi il Consiglio comunale dei ragazzi) ma questo non basta a coinvolgere i tanti bambini che rimangono ai margini dei processi decisionali. Nei prossimi anni comunque, quando i progetti che stanno per essere avviati diventeranno concreti, la Capitale potrebbe diventare un interessante laboratorio sulla partecipazione urbana contando anche su spazi e strutture (come il Museo dei bambini inaugurato due anni fa) che testimoniano la volontà politica dell’amministrazione nell’aprirsi a un confronto effettivo con i bambini. A patto di trovare modalità originali di relazione e di emersione del punto di vista infantile in un contesto ampio e complesso come quello della metropoli. A Milano (75a), tramontata l’esperienza del Bambino urbano, il secondo piano infanzia è partito con un anno di ritardo mentre i fondi per la L285/97 hanno riguardato prettamente progetti legati a interventi di assistenzialismo all’infanzia e poco alla partecipazione. Per concludere, pur mantenendo saldi gli interventi intrapresi attraverso la L285/97, Napoli (55a) accantona alcune forme di partecipazione accusando un flessione, seppur lieve, nella classifica di Ecosistema Bambino. Bari, nonostante la presenza nel tessuto culturale di organismi e realtà dell’associazionismo estremamente mature e consolidate (come il Teatro Kismet che rappresenta un punto di riferimento per tutta l’area meridionale), non riesce a costruire una politica organica a favore dei bambini che investa, oltre che sull’animazione, sul protagonismo dei bambini e sulla loro partecipazione civile. Finisce perciò ancora una volta nella fascia delle insufficienze: una posizione resa ancora più grave dal fatto che la città figura, insieme ad altre quattordici, fra quelle cui la Legge 285/97 assegna dei fondi riservati. Si conferma in positivo invece Firenze (15a) che intraprende forme collaborative con diverse associazioni dalle quali nascono una serie di progetti dove protagonisti sono soprattutto loro, i ragazzi. E anche Palermo (20a) che rappresenta, come abbiamo visto, una “perla del sud” soprattutto grazie, anche in questo caso, alla bontà del dialogo fra l’amministrazione e l’associazionismo infantile.

I DATI GENERALI

Ma al di là della graduatoria, che intende solo portare in evidenza le amministrazioni che stanno lavorando con maggiore ampiezza di vedute, sono molti gli elementi che scaturiscono da “Ecosistema bambino”. Va segnalata innanzitutto la crescita esponenziale delle città che mettono in campo una o più opportunità per i bambini di andare dietro le quinte della cosa pubblica: raggiunge l’87% (contro il 77% dello scorso anno) la quota di centri urbani che dichiarano di aver costruito una o più opportunità di partecipazione. Pur sottraendo le amministrazioni che si limitano a semplici incontri fra i bambini e l’amministrazione comunale, la percentuale delle città che consentono ai cittadini che non votano di partecipare allo sviluppo del territorio va comunque oltre il 72%. Interessante verificare le diverse tipologie partecipative attuate: nel 30% dei casi si tratta di consigli comunali dei ragazzi, nel 35% di esperienze che mettono in condizione gli Under 14 di “adottare” un monumento o un fazzoletto del proprio quartiere, il 16% propone loro di vigilare sui “reati” ambientali. Alta anche la quota (42%) di amministrazioni che sposa invece esperienze di progettazione partecipata: una modalità che consente di costruire spazi pubblici portando allo stesso tavolo bambini e professionisti della progettazione. Mentre il 27% si rivolge ad altre forme di consultazione come il sondaggio o l’assemblea.

UN PAESE AMICO DEI BAMBINI

L’Italia sembra confermarsi, insomma, un Paese amico dei bambini, dimostrando di aver recuperato negli ultimi dieci anni il ritardo rispetto alle altre nazioni europee (come la Francia e la Germania) che avevano sviluppato esperienze di progettazione partecipata, di rappresentanza o di animazione espressamente rivolte ai bambini. Un’attenzione crescente che si esprime anche attraverso l’investimento nelle politiche culturali per l’infanzia: il 14% dei comuni consultati dichiara di aver aperto un museo dei bambini, il 57% almeno una ludoteca, il 50% una biblioteca per ragazzi, il 34% si è dotata di un ludobus, addirittura il 77% organizza feste o altre manifestazioni all’aperto per i più giovani. Forte l’investimento anche nel teatro per ragazzi (con il 60% delle città che organizza rassegne e festival) e soprattutto nella formazione con il 65% delle amministrazioni che propone ai bambini laboratori o corsi pomeridiani. A fare la parte del leone rimangono però i campi estivi, dunque le iniziative di semplice aggregazione, che vengono organizzati nel 69% dei casi in città e nel 36% in altre località. Fra i punti critici del nostro Paese rimane però quello relativo alle strutture stabilmente dedicate alle politiche per l’infanzia: solo il 3,8% delle amministrazioni possiede un assessorato all’infanzia, una sola città (come si diceva, La Spezia) ha l’assessorato alla Città dei bambini. Per il resto la materia ricade sotto assessorati a questioni che comprendono, ma non esauriscono, la questione infantile: quello all’educazione (51.3%), alle politiche sociali (39,9%), alle politiche giovanili (38,9), a deleghe miste (28,5%). Solo il 32,5% delle città si è dotata inoltre di un ufficio all’infanzia.

LE CITTA’ DELLA CALZA

È La Spezia, con ben 14 caramelle, a guidare la graduatoria di Ecosistema Bambino 2003. La città ligure, da diversi anni tra le prime posizioni della ricerca annuale di Legambiente sulle politiche per l’infanzia, attua soprattutto azioni di progettazione partecipata dai ragazzi nel territorio urbano. Può vantare inoltre un Consiglio comunale dei ragazzi che permette confronti diretti con il sindaco e la giunta. Merita anche diverse caramelle per avere (già dal 1998) dedicato ai giovanissimi un Assessorato e un laboratorio intitolato alla Città dei bambini. Tanti anche gli appuntamenti che La Spezia mette a disposizione dei più giovani: nel 2001 sono stati circa 5000 i bambini coinvolti tra spettacoli di cinema e teatro e circa 1500 nei campi estivi. Ma anche ludoteche, biblioteche e laboratori creativi consentono ai piccoli cittadini di incontrarsi e “fare”. E’ anche stata messa a punto nel 2001 Spezia-bimbi gioca con noi, una guida per scoprire la città in modo divertente e fantasioso. La Spezia rientra in diverse reti finalizzate ad iniziative rivolte all’infanzia. Mantiene pressoché invariato rispetto allo scorso anno il tasso di motorizzazione (sotto la media nazionale con 52 auto/100 ab), mentre aumenta la presenza di aree verdi (9.3 mq/ab) e l’efficienza dei mezzi pubblici (201 viaggi per ab/anno). Sei pezzi di carbone invece arrivano alla cittadina ligure in base alle insufficienze su indicatori ambientali quali le zone a traffico limitato (1,13 mq/ab), isole pedonali (0,13 mq/ab) e le piste ciclabili ( 0,07 m/ab). Con 13 caramelle, Brescia balza tra le prime tredici città italiane di Ecosistema Bambino per la progettazione partecipata degli spazi cittadini da parte dei bambini e per la presenza di un Consiglio comunale che rende protagonisti i bambini nelle decisioni riguardanti la città. Ancora caramelle per quanto riguarda le zone a traffico limitato (9,05 mq/ab), per aver migliorato la fruibilità dei trasporti e per aver ampliato le zone verdi della città (12,5 mq/ab). Carboni, invece, per il tasso di motorizzazione (64 auto/100 ab), per le pochissime isole pedonali (0,07 mq/ab) e per il basso numero di piste ciclabili (0,03 m/ab). Rientra tra le città più attente all’infanzia Arezzo, con 13 caramelle (ma anche 7 carboni), con la presenza di progetti di adozione del territorio tra i quali l’azione di riqualificazione di una zona verde vicina ad una scuola elementare. La città toscana si è dotata inoltre già da tempo di un laboratorio intitolato alla Città dei bambini. Molto differenziata è la presenza di iniziative culturali e di aggregazione rivolte all’infanzia: aree riservate ai bambini nei musei, ludobus, biblioteche, guida della città, campi estivi e laboratori specifici, come quelli alla partecipazione, alla progettazione del territorio e all’educazione stradale. Ancora dolci nella calza per aver ampliato le zone a traffico limitato (9,28 mq/ab) e le zone verdi (16,8 mq/ab). Mentre il carbone Arezzo lo merita per il basso numero delle isole pedonali (0,06 mq/ab), per l’insufficienza dei trasporti (61 viaggi per ab all’anno) ma anche per il numero di macchine, al di sopra la media nazionale (65 auto/100ab), e per le poche piste ciclabili (0,06 m/ab). Torino merita 12 caramelle. Il capoluogo piemontese conferma la sua presenza tra le città che si impegnano di più per offrire servizi e opportunità di partecipazione ai più piccoli. Basta pensare a “I bambini adottano i giardini” e “Alla scoperta dei monumenti adottati”, progetti messi in campo nell’adozione del territorio, dei monumenti e dei beni culturali. Rientrano tra le forme di progettazione partecipata per la trasformazione della realtà urbana “Figuriamoci il quartiere”, “Giocacittà” e “Il cortile dei nostri sogni”. Torino si è inoltre munita di un Osservatorio cittadino sui minori e, ad opera del settore gioventù del comune, di un osservatorio letterario giovanile che ha coinvolto bambini di scuole elementari e medie in produzioni letterarie. Ludoteche, biblioteche, campi estivi, mostre, laboratori e rassegne di teatro e di cinema (Messinscena, Teatrando, A suon di musica), che ha coinvolto circa 30mila bambini, sono le opportunità di animazione e intrattenimento per i giovanissimi. La legge 285/97 ha sostenuto le politiche per l’infanzia della città e i circa 12 miliardi di vecchie lire sono stati investiti in azioni e progetti per ragazzi e bambini. Dal punto di vista ambientale sebbene Torino, a detta dell’assessore al sistema educativo, si sia dotato di un Piano territoriale dei tempi e degli orari che dovrebbe sostenere la qualità e efficacia dei servizi e delle infrastrutture del sistema urbano, ha poche piste ciclabili (0,07 m/ab), un alto numero di automobili (68 auto/100ab), poche ZTL (1,23 ma/ab) e soprattutto una bassa efficienza dei mezzi di trasporto (201 viaggi per ab). Queste pecche gli impongono quindi il fatidico carbone. Torino merita caramelle per la presenza delle isole pedonali (0,31 mq/ab) e per parchi e giardini (10,6 mq/ab) considerando il fatto che sono state riprogettate ben 250 aree giochi per bambini e ragazzi sotto i 14 anni. Con 11 caramelle Reggio Emilia e Piacenza rappresentano le città emiliane nelle prime posizioni nella classifica di Ecosistema Bambino. Reggio Emilia per avere intrapreso azioni di progettazione di aree urbane e per avere a disposizione un assessorato all’infanzia. Molte sono le iniziative di animazione e aggregazione messe a disposizione per i giovani cittadini, tra cui mostre, campi estivi, ludoteche, biblioteche e delle pubblicazioni specifiche come “Una città dei bambini e delle bambine” e “Una città per tutti”. Tre caramelle vanno alla città emiliana per la presenza di zone verdi (13,3 mq/ab) e per le piste ciclabili (0,43 m/ab), mentre carbone per i trasporti insufficienti (84 viaggi per ab), per il tasso di motorizzazione, al di sopra della media nazionale, e soprattutto per le ZTL (0,82 mq/ab). Sorprende ma non troppo Piacenza per essere salita così repentinamente tra le magnifiche 13 città “bambine”. Infatti la città emiliana, dove lavora il Centro psicopedagogico per la pace, rende partecipi i ragazzi attraverso un Consiglio municipale dei ragazzi molto attento alle dinamiche urbane e anche molto propositivo nelle richieste di cambiamento di ciò che non va della propria città. Ad esso sono strettamente legate tutte quelle azioni di progettazione partecipata per il cambiamento della realtà urbana. Molto diversificato è il panorama che si presenta ai giovanissimi in termini culturali. Vanno citate infatti le rassegne di teatro e di lirica junior come “Falstaff cavaliere”, “Verdi e il suo tempo” per conoscere la figura del maestro dal punto di vista storico e musicale, le visite guidate a teatro ““Conoscere il teatro” e i laboratori “Liberzizagando in biblioteca” e “Musicando si impara”. Sono stati realizzati anche numerosi corsi di formazione in materia d’infanzia per adulti. Va ricordato che Piacenza rientra in alcune reti di città finalizzate alla partecipazione dei ragazzi alla vita cittadina. Sono ben quattro gli indicatori ambientali che fanno meritare a Piacenza diverse caramelle per le zone verdi (13,6 mq/ab), ZTL (4,17 mq/ab), per le piste ciclabili (0,11 m/ab) e per i mezzi pubblici che sono al di sopra della media nazionale con 126 viaggi per abitante. Tanto carbone per il tasso di motorizzazione che è al di sopra della media nazionale (64,2 auto/100ab) e le isole pedonali che sono addirittura inesistenti. Sono 11 le caramelle, ma anche molto carbone, per Genova, presente nella parte alta della graduatoria già dallo scorso anno. Seconda città ligure, Genova si conferma tra i grandi comuni che investono nelle politiche infantili. Con l’approvazione nel giugno 2001 del secondo Piano territoriale d’intervento L285/97, Genova ha potuto proseguire gli interventi avviati già nel primo biennio che riguardavano ben 13 progetti in via di realizzazione e predisposti 7 per coprire altre aree di intervento. Genova investe nella progettazione partecipata dei bambini di spazi urbani con il progetto Spazi gioco in città che riguarda il parco urbano della fascia di Prà, Lungo i rivi di Prà e via Orientale dei Forti, un percorso di Educazione ambientale che vuole far sperimentare il territorio come laboratorio didattico. Restano salde le iniziative che vogliono restituire protagonismo ai ragazzi con il programma dei Ragazzi cicerone per le strade della città. Ancora caramelle per le numerose iniziative culturali a disposizione dei giovani cittadini come mostre, rassegne di teatro e cinema, feste all’aperto, laboratori creativi e corsi interculturali. E ancora biblioteche, ludoteche, ludobus, musei per bambini, pubblicazioni specifiche (Giracittà e Le carte del viandante), punti informativi (Pologiovani e Piccolo principe) e reti civiche specifiche. Caramelle a Genova per il buon utilizzo dei mezzi pubblici (257 viaggi per ab) e per il tasso di motorizzazione (50 auto ogni 100 ab), mentre le spettano ben 13 pezzi di carbone per l’assenza totale di piste ciclabili, per l’insufficienza di parchi e giardini (2,6 mq/ab), isole pedonali (0,02 mq/ab) e le ZTL (1 mq/ab). Si conferma anche quest’anno Pistoia tra le prime in graduatoria con 10 caramelle grazie all’istituzione dei vigili bambini, dei progetti di adozione del territorio e consultazione dei bambini sulle politiche urbane. Variegata è la politica culturale con iniziative come “Arte in erba”, laboratori creativi, quattro aree bambini, 2 biblioteche per ragazzi dal titolo “Giralibro”, mostre e rassegne di cinema e teatro che ha coinvolto circa 5mila bambini. Caramelle anche per le isole pedonali (0,30 mq/ab), aree verdi (9,4 mq/ab) e ZTL (2,84 mq/ab). Ben 5 pezzi di carbone vanno a Pistoia per l’insufficienza di piste ciclabili, un livello più alto della media del tasso di motorizzazione (65 auto/100ab) e per i pochi trasporti al servizio del cittadino (88 viaggi per ab/anno). Ben 10 dolcetti anche per Udine che già dallo scorso anno mostrava interesse per le politiche infantili e che conferma quest’anno con progetti partecipati di adozione del territorio (A scuola ci andiamo a piedi, La mia scuola ha un giardino e La bicicletta: un mito) e consultazione dei ragazzi sulle politiche cittadine (I bambini prendono la parola, che voto dai alla tua città?). Aumentano le iniziative di animazione culturale e di aggregazione, soprattutto feste, ludobus, rubriche informative, pubblicazioni specifiche (Udinenostra, A spasso con Raimondo), biblioteche, campi estivi in città, mostre e laboratori. Buoni i due parametri ambientali quali le isole pedonali (0,60 mq/ab) e piste ciclabili (0,23 m/ab) mentre risultano insufficienti parchi e giardini (5,9mq/ab) e soprattutto le ZTL (0,66 mq/ab). Anche a Lecce 10 caramelle, una novità per Ecosistema Bambino. Il capoluogo salentino merita infatti dolci per aver intrapreso azioni di progettazione partecipata degli spazi pubblici e per le diverse offerte di animazione culturale, quali feste all’aperto, ludoteche, biblioteche e laboratori creativi. Ma anche per avere 0,29 m/ab di piste ciclabili, 8,96 mq/ab di ZTL e ben 0,24 mq/ab di isole pedonali. 8 pezzi di carbone le vanno per il tasso di motorizzazione (72 auto/100 ab), per le insufficienti aree verdi (4mq/ab) e soprattutto per l’inefficienza dei mezzi pubblici. Ormai da diversi anni Siena, che ottiene 9 caramelle, garantisce un forte impegno sul terreno della progettazione partecipata di spazi pubblici e della consultazione dei bambini sulle politiche urbane (Andiamo a scuola con gli amici), per individuare le modalità di spostamento casa-scuola dei bambini. Continua l’attività del Museo per i bambini che oltre a cercare di attuare l’interazione dei giovanissimi e l’arte attraverso il gioco, promuove anche altre sperimentazioni. Tante caramelle nella calza di Legambiente per Siena vista l’efficienza dei mezzi pubblici che la rende prima tra le piccole città con 280 viaggi per ab/anno. Purtroppo per la città del panforte arriva anche un po’ di carbone soprattutto per il tasso di motorizzazione (86,3 auto/100ab) e per l’insufficienza di isole pedonali (0,15 m/ab). Si affaccia sulla graduatoria di Ecosistema Bambino 2003 anche Pordenone. Progettazione partecipata dei quartieri della città e un ufficio per l’infanzia le fanno meritare ben 9 caramelle. Ma la Befana di Legambiente ha pensato al comune friulano anche per le tante iniziative culturali come le rassegne di teatro e cinema, mostre, convegni a tema e laboratori creativi. Dal punto di vista ambientale Pordenone dispone di piste ciclabili (0,26 mq/ab), aree verdi (9,3 mq/ab) e mezzi pubblici (66 viaggi per ab/anno).Carbone a Pordenone va invece per le zone a traffico limitato (0,22 mq/ab) e per le insufficienti isole pedonali (0,11 mq/ab). Con 7 caramelle chiude l’alta classifica di Ecosistema Bambino Caltanissetta. Quest’anno conferma l’intenzione di voler crescere assieme ai bambini cercando situazioni di partecipazione e creando momenti di aggregazione e di conoscenza attraverso mostre, rubriche informative, pubblicazioni specifiche e rassegne di cinema e teatro. Purtroppo le vengono assegnati ben 15 carboni per la situazione ambientale: inefficienti i mezzi di trasporto (15 viaggi per ab/anno), completamente assenti le piste ciclabili e le ZTL, bassissime le aree verdi e le isole pedonali.

I COMUNI DEL CARBONE

Tanto carbone infine… per tutte le città che, dal nord al sud, finiscono in coda alla graduatoria di Ecosistema Bambino 2003. Spicca, come abbiamo visto, Bari ma scendono anche Cosenza (70a) e Messina, che ha dismesso non solo le iniziative culturali e di aggregazione ma anche tutti gli interventi legati alla Legge 285/97. Poi Bolzano che continua a non dar voce ai bambini, investendo soprattutto sui servizi. E ancora Lucca che, pur trovandosi in un contesto economico e culturale di grande evidenza sul piano degli interventi a favore dell’infanzia, non mette a disposizione dei giovanissimi alcuna forma di partecipazione e realizza ben poche iniziative culturali. Fra i centri che vengono segnalati in negativo quest’anno compare anche Belluno. La città infatti, che nelle ultime tre edizioni figurava in testa alla graduatoria di Ecosistema bambino, ha subìto una brusca “retrocessione” nella fascia “discreto” a causa del rallentamento della macchina comunale provocato dalle elezioni amministrative. Il comune conferma comunque l’impianto degli anni passati di cui Ecosistema bambino continuerà a monitorare i risultati. Carbone infine alle città, ancora troppe, che non mettono in campo alcuna forma di partecipazione: Lucca, Varese, Cagliari, Avellino, Agrigento, Vercelli, Campobasso, Pescara, Sassari, Catanzaro, Oristano, Vibo Valentia. Sono i centri culturalmente più lontani dalle esperienze italiane ed europee che hanno sperimentato forme nuove di cittadinanza e di radicamento dei giovanissimi che risultano utili, sulla media distanza, anche per prevenire il disagio e per far fronte alla vera e propria “emergenza identitaria” che colpisce questa generazione di Under 14.

LE CITTA’ CHE NON STANNO AL GIOCO

Una nota in negativo, con tanto carbone nella calza, anche alle città (Nuoro, Bologna, Imperia, Isernia, Potenza, Trapani e Trieste) che hanno dimostrato assoluto disinteresse alle tematiche di Ecosistema bambino non rispondendo, nemmeno dopo attento sollecito, al questionario di Legambiente.

Archivio (online o pdf):

  1. pdf L’Albero Pazzo 2
    Maggio 2002
  2. pdf L’Albero Pazzo 3 - 4
    Luglio 2002
  3. pdf L’Albero Pazzo 5
    Novembre 2002
  4. pdf L’Albero Pazzo 6
    Febbraio 2003
  5. pdf L’Albero Pazzo 7
    Aprile 2003
  6. pdf L’Albero Pazzo 8 - 9
    Luglio - Agosto 2003
  7. pdf L’Albero Pazzo 10 - 11
    Dicembre 2003
  8. pdf L’Albero Pazzo 12
    Settembre 2004