Logo Legambiente Sostieni Legambiente Icona della "Torre di Pisa"
Logo di facebook Logo di facebook Sito denuclearizzato

Sommario:

  1. Editoriale
  2. Il viatico
  3. Conflitti
  4. Bambini
  5. Stili di vita
  6. Cibi
  7. Terra, Acqua, energia
  8. Speciale Meeting di San Rossore sui cambiamenti climatici, luglio 2004
  9. Media
  10. Campagne e movimenti
  11. Diritti
  12. Culture
<= I molestatori del gippone Terra, Acqua, energia I pisani e il parcheggio =>

Se pedali ti pago

È così in Norvegia nella città di Sandnes, che incentiva i tremila dipendenti comunali all’uso della bici

"Vogliamo impiegati più efficienti e più sani e desideriamo ridurre al minimo le assenze per malattia: per questo abbiamo deciso di dare un incentivo economico a chi invece dell'auto usa la bicicletta per gli spostamenti di lavoro". Parole di Hans Ivar Somme, dirigente del Comune di Sandnes, che con il progetto "Healthy City" ha lanciato per primo al mondo l'idea di pagare i lavoratori per incoraggiare l'uso della bici. Con 55 mila abitanti, che vivono in cottage color pastello affacciati su un fiordo della costa sud-occidentale della Norvegia, Sandnes è da tempo una città "amica delle due ruote". Favorita da un territorio che presenta salite non difficili, ha già realizzato tutte le agevolazioni possibili per incentivare l'uso delle due ruote: dispone di centinaia di chilometri di piste ciclabili, di rastrelliere in ogni quartiere, di posteggi dove le due ruote, con o senza motore elettrico di assistenza, vengono date a noleggio gratuitamente, e di mezzi pubblici su cui possono essere caricate. Dal luglio scorso l'amministrazione comunale ha fatto un altro passo avanti: 43 centesimi di euro in busta paga per ogni chilometro percorso in bicicletta per sbrigare le mansioni quotidiane di lavoro, fino a un massimo di 5 chilometri al giorno e questo per tutti i tremila dipendenti comunali. Pedalando gli impiegati comunali possono guadagnare 2 euro in più al giorno, 44-45 euro al mese, e praticare un'attività salutare, mentre il traffico cittadino risulta alleggerito e l'aria meno inquinata. Si vedrà se il progetto di Sandnes avrà successo, ma certo appare lontano anni luce dagli standard delle città italiane, dove di un maggior uso della bici negli spostamenti quotidiani si parla da anni, ma con scarsi risultati, fatte poche eccezioni (le cittadine della Bassa Padana, in particolare l'Emilia, con Ferrara in testa), come è emerso anche nella 61a edizione del Salone del Ciclo di Milano (Eicma). In questa occasione uomini della giunta comunale, consiglieri provinciali e regionali, personaggi dello spettacolo, della cultura e dello sport, assieme a migliaia di milanesi, hanno dato vita a un bici-festival, con il chiaro intento di chiedere alle amministrazioni cittadine atti concreti per la promozione degli spostamenti sulle due ruote. Milano, per esempio, dispone di appena 60 chilometri di piste ciclabili, di cui solo una ventina consecutivi. E sono solo 100 mila i milanesi che osano muoversi in città su due ruote, sfidando un traffico insidioso e inquinante. Un peccato, perché Legambiente ha ripetuto di recente un'indagine in 10 grandi centri urbani italiani per stabilire quale sia il mezzo più veloce per attraversarli (7- 8 chilometri nel centro cittadino): alla partenza bicicletta, motorino, auto e mezzi pubbblici. Cronometro alla mano, in 6 città su 1O (Bologna, Genova, Torino, Ancona, Bari, Napoli) ha vinto la bici, che oltretutto non fa perdere tempo per trovare parcheggio. il motorino è arrivato per primo in sole tre città (Roma, Milano, Padova), mentre auto e mezzi pubblici sono risultati sempre i mezzi più lenti. Soprattutto nelle grandi città e in collina una valida alternativa alla classica bici è quella delle due ruote assistite da un motorino elettrico: il prezzo oscilla tra 800 e 1.500 euro, a seconda dei modelli, ma è previsto un contributo statale per incentivarne l'acquisto di 154,96 euro. Queste biciclette sono alimentate da batterie con un'autonomia di 25-30 chilometri, che si ricaricano in 4-8 ore. Il problema maggiore è che purtroppo le batterie vanno rimpiazzate dopo un paio di centinaia di cicli di ricariche, con un costo di almeno 100-120 euro (1).

(1) Il Gruppo GEVAM ONLUS in proposito però rivela che sono ormai disponibili in Italia le bici elettriche di fabbricazione cinese, robuste ed efficienti, che costano meno della metà delle cifre riportate nell’articolo, comprese le batterie di ricambio)

Fonte: Movimento di Cunegonda
www.cunegonda.info

Archivio (online o pdf):

  1. pdf L’Albero Pazzo 2
    Maggio 2002
  2. pdf L’Albero Pazzo 3 - 4
    Luglio 2002
  3. pdf L’Albero Pazzo 5
    Novembre 2002
  4. pdf L’Albero Pazzo 6
    Febbraio 2003
  5. pdf L’Albero Pazzo 7
    Aprile 2003
  6. pdf L’Albero Pazzo 8 - 9
    Luglio - Agosto 2003
  7. pdf L’Albero Pazzo 10 - 11
    Dicembre 2003
  8. pdf L’Albero Pazzo 12
    Settembre 2004