Il Municipio dei Beni Comuni, nato nel 2012, è stato un progetto culturale e politico che ha aggregato cittadini e diverse associazioni di Pisa (anche Legambiente Pisa). L’attenzione è stata rivolta al tema generale dei beni comuni e, in particolare nella nostra città, agli spazi abbandonati e alla possibilità di un loro uso sociale.
L’utilizzo di spazi abbandonati (vedi di seguito) è stato occasione di numerose iniziative aperte alla città, sia occasionali (convegni, dibattiti, incontri, concerti, presentazione di libri, ….) che continuative, quando possibile (biblioteca, cucina, ciclo officina, palestra di arrampicata, laboratori artigiani e di giardinaggio, ludoteca, …. ).
I tentativi di interazione con l’Amministrazione Comunale non hanno avuto esito positivo.
Capitolo 1: Ex Colorificio Toscano
Il 13 ottobre2012 il Municipio dei Beni Comuni occuppa i capannoni abbandonati dell’ex Colorificio Toscano.
I locali, di grande superficie, sono aperti alla città, in buona parte sistemati e resi utilizzabili per numerose e partecipate iniziative, come scritto sopra.
La proprietà (che ribadisce l’intenzione di destinare l’area a usi residenziali, anche tale ipotesi non è prevista negli strumenti urbanistici di Pisa), pur avendo da tempo abbandonato i locali attacca duramente gli occupanti. Anche Legambiente Pisa polemizza con la proprietà.
Nasce un interesante e costruttivo dibattito circa i beni comuni, l’utilizzo degli spazi abbandonati, larticolo 42 della Costituzione che subordina la proprietà privata a un suo uso sociale.
Su questo sito potete leggere tutte le vicende e i documenti relativi a questo dibattito.
La vicenda dell’ex Colorificio ha coinvolto il Consiglio d’Europa, che ha invitato rappresentanti del Municipio dei Beni Comuni e che ha avuto pparole di apprezzamento: “Come è accaduto già per altre esperienze europee, la rioccupazione dell’ex Colorificio ha significato ridare senso a un edificio abbandonato … riattivare le risorse è un atto di cittadinanza … Amministrare non vuol dire solo amministrare il solo patrimonio, vuol dire amministrare la complessità della cosa pubblica, il rapporto tra risorse e cittadini, le trasformazioni del territorio, il bisogno di espressione delle attività che non trovano uno spazio adeguato:” Gilda Farrel,(Chef de Division, Recherche et anticipation de la cohésion sociale, Conseil de l’Europe – http://www.youtube.com/watch?v=yHddlzhKYc8).
La proprietà ha ottenuto che i locali fossero sgombrati il 26 otobre 2013. Lo sgombero si è svolto pacificamente, mentre diverse centinaia di cittadini erano all’interno del colorificio, impegnati nelle numerose attività attivate in quei locali.
Capitolo 2: la Mattonaia
Dal 27 ottobre al 16 novembre 2013 il Municipio dei Beni Comuni ha occupato un edificio nel centro della città detto “la Mattonaia”: costruito come edilizia popolare nel data, non è mai stato utilizzato e attualmente è in vendita-permuta, sottratto all’uso previsto. Il Municipio dei Beni Comuni denuncia lo spreco di soldi pubblici e chiede l’utilizzo quale era previsto.
L’edificio è lasciato libero volontariamente. Nel frattempo è stato uitlizzato per incontri e diverse attività. Nel cortile interno è stato realizzato un orto-giardino.
Capitolo 3: il Distretto 42
La mattina di sabato 15 febbraio il Municipio dei Beni Comuni ha aperto la caserma Curtatone e Montananara, ex Distretto Militare, chiuso e abbandonato da oltre 20 anni. Nel centro del quartiere di San Martino, 8ooo mq di giardino e 4000 mq di superficie coperta possono essere destinati ai bisogni della città. Il complesso è stato ribattezzato Distretto 42, dal numero dell’articolo della costituzione italiana che subordina l’uso della proprietà privata alla sua funzione sociale.
Nel periodo della occupazione (terminata con sgombero della polizia il 22 aprile) è stato recuperato e aperto al pubblico il giardino; inoltre volontari di Legambiente e del WWF hanno provveduto a sistemare e catalogare le piante.
Legambiente Pisa si era occupata della vicenda delle caserme cittadine già nel 2008 . Più recentemente, ha contribuito al dossier ” Riconversione urbane” ( http://www.inventati.org/rebeldia/images//riconversioniurbane.pdf ) pubblicato dal Municipio dei Beni Comuni.
Altri doccumenti:
- Comunicato di apertura del Distretto 42
http://www.inventati.org/rebeldia/spazi-sociali/distretto-42-il-nuovo-spazio-sociale-aperto-a-tutta-la-cittadinanza.html - appello del Municipio dei Beni Comuni per il Distretto 42; per adesioni scrivere a martina.pignatti@unponteper.it o azoratti@yahoo.it
- Lettera di Paolo Maddalena ( ec vicepresidente della corte costituzionale)al demanio http://www.inventati.org/rebeldia/spazi-sociali/lettera-di-paolo-maddalena-allagenzia-del-demanio.html
Capitolo 4. palazzo Boyl
Nel 2014 il Municipio dei Beni Comuni ha occupato il palazzo Boyl, palazzo storico sul lungarno Medicio, di proprietà recente di una società immobiliare,che ha tentanto una trasformazione in residenze di prestigio, fallendo (letteralmente) nel tentativo. Il palazzo è stato coperto da ponteggi per 6 anni (senza che la proprietà pagasse il suolo pubblico e che il Comune lo chiedesse). Una volta aperto, ha rivelato il pregio della scala monumentale, delle gandi sale e degli affreschi, purtroppo rovinati dall’abbandono e dai maldestri tentativi di trasfomazione dei locali.
Il palazzo è stato lasciato su richiesta alla magistrature da parte del curatore fallimentare e la sua sorte non è ancora decisa. Nel periodo della apertura alla città molti cittadini hanno potuto, finalmente, visitarlo.