Breve cronaca sino al 2007 (poi il porto è stato costruito, il villaggio turistico no per la sopravvenuta crisi immobiliare – la proprietà non ha pagato Comune e Geofor per i terreni di loro proprietà e destinati al villaggio turistico -nel 2016 la società che gestisce il porto ha una esposizione di 100 milioni di euro con le banche – nel 2019 il debito resta e si cerca un compratore interessato al progetto complessivo)

Boccadarno è un luogo magico, che tutti i pisani e molti altri conoscono e amano.
Lì, sulla riva sinistra adiacente all’abitato di marina di Pisa, nel anno un’area demaniale fu concessa alla CIMASA fare brevissima storia sino alla dismissione FIAT
Abbandonata l’attività produttiva, i proprietari dell’area si sono posti l’obiettivo di ricavare il massimo dal suo utilizzo o vendita. Al contrario, Legambiente Pisa chiedeva il recupero dell’area e la bonifica (da farsi per legge a spese della proprietà) e pensava a una riqualificazione che esaltasse la vocazione paesaggistica e di fruizione pubblica dell’area, anche tenendo conto che questa fa parte (è di c ompetenza?) del Parco Regionale di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli.
Le intenzioni della  proprietà sono state condivise dalle amministrazioni locali che si sono succedute: si è deciso di costruire di un porto turistico, ipotesi presente da diverso tempo nella convinzione che il porto potesse portare “sviluppo” e benefici economici a Marina.  Il progetto da subito si collega alla realizzazione di un villaggio turistico annesso al porto (170.000 mc di edificato) piano di recupero.
Il “Coordinamento per la salvaguardia  e la riqualificazione di Boccadarno” (cui Legambiente Pisa ha aderito  con altre associazioni e partiti) ha iniziato una lunga e impegnativa vertenza per opporsi alla realizzazione del villaggio turistico e relativo porto. Ci sono buoni motivi per essere contrari: paesaggistici, ambientali (elencare), ma anche economici, essendo l’operazione finanziariamente rischiosa e non pertando vantaggi economici alla comunictà locale.

Senza pretendere di ripecorrere una vicenda lunga e complicata ricordiamo alcuni momenti, come un primo appello alla Regione e le Osservazioni al 2° Piano di Gestione delle Tenute di Tombolo e di Coltano. Il Coordinamento si è anche rivolto al TAR  vicenda in sintesi, avendone anche una risposta positiva, ma vicenda in sintesi.
Continua la convinzione che “il mattone vada a gonfie vele“, anche se così non è. Sappiamo oggi (2012) che il mercato immobiliare non “tira” e, quanto ai porti turistici, sono già troppi: lo pensa l’assessora regionale Anna Marson, Il Tirreno, La Nuova Ecologia

Situazione attuale nella costruzione del porto, ma il villaggio …

La Borrello S.p.A (subentrata nella proprietà dell’area), che stenta a trovare i capitali necessari all’impresa,  non ha ancora comprato le aree su cui dovrebbe costruire il villaggio, secondo la convenzione sottoscritta con il Comune di Pisa nel 2007. Una vicenda preoccupante come denunciano Legambiente Pisa e il Coordinamento. Tanto più preoccupante in quanto la commissione urbanistica del Comune di Pisa ha difficoltà ad indagare a questo proposito (no documentazioneporte chiuse). La tesi della Borrello S.p.A. è che dovrà comprare se e solo se inizierà i lavori per la costruzione del villaggio. Restano molti interrogativi e qualcuno si pone delle domande. Ad esempio che i porti turistici siano già troppi lo sostiene persino il presidente Assomarinas