Il cosiddetto “progetto caserme” è stato presentato a Pisa  nel 2001 come utile per lo sviluppo urbanistico della città, ma si è dimostrato irrealistico e un oggettivo ostacolo per scelte migliori (come subito denunciato da molti, anche Legambiente Pisa) .

Il protocollo d’intesa tra Ministero della Difesa, Agenzia del Demanio e Comune di Pisa prevedeva la cessione di tre caserme cittadine in cambio di una nuova caserma ad Ospedaletto completa di  alloggi per il personale militare. L’ipotesi era di  destinare le aree dell’ex distretto militare in via Giordano Bruno e della Caserma Artale in via Derna a residenze e uffici di prestigio, mentre la vasta area della caserma Bechi Luserna, sulla via Aurelia, sarebbe diventata la porta della città per i turisti con parcheggi e strutture ricettive. Nonostante un accordo di programma del 2007 e una variante urbanistica nel  2008, non  sono sati fatti passi in avanti, anzi … .

Un nodo non da poco è quello economico: nel 2001, lo scambio sarebbe costato al Comune circa 9 milioni di euro, se si accetta la benevola stima delle caserme fatta dall’Agenzia del Demanio. È però sopravvenuta la crisi del mercato immobiliare che ha fatto crollare definitivamente il presupposto di tutta l’operazione: difficile pensare che un imprenditore anticipi notevoli somme di denaro per la costruzione della nuova caserma aspettando di rifarsi successivamente della spesa sostenuta con nuovi edifici in città. Lo stesso Ministero non ci crede, tanto che ha  investito milioni di euro per interventi nella Bechi Luserna, contraddicendo l’ipotesi di una sua prossima dismissione.

Trattative e proposte si sono succedute, ma non è stato possibile raggiungere un accordo. Il Comune di Pisa nel 20115 ha chiesto di entrare in possesso delle due caserme in centro città (Artale ed ex Distretto) in base al cosiddetto “federalismo fiscale”, richiesta legittima e del tutto condivisibile, ma non accolta, proprio a causa del protocollo esistente.

L’acquisizione del bene demaniale, bene comune quindi, non può essere funzionale ad un’ennesima speculazione edilizia, seppur legittima, ma inutile, ambientalmente dannosa e, come detto, economicamente insostenibile. Sarebbe, meglio sarebbe stata, l’occasione di inserire quegli spazi nel contesto urbano, conservandone il pregio ambientale (pensiamo, ad esempio, ai 7500 mq del parco della Curtatone e Montanara, un bene prezioso nel centro storico che non può finire in verde condominiale).
Comune di Pisa, Demanio  e Ministero della Difesa sono ora costretti a tenere conto del mutato contesto economico e abbandonare il progetto iniziale. Siamo stati facili profeti.
È saltata anche la previsione sulla grande area della caserma Bechi Luserna in via Aurelia, dove  era prevista la realizzazione di un terminal turistico per favorire l’ingresso in città attraverso il centro storico. Resta quindi problematica l’ipotesi di un percorso Cittadela – Piazza dei Miracoli attraverso l’area ristrutturata dell’ospedale di Santa Chiara (progetto Chipperfeld)
Saltato il piano complessivo, è possibile ripensare a una nuova proposta, vicina agli ineressi della città: gli spazi liberati in centro possono essere destinati alla fruizione sociale, in tanti diversi modi, con tanti diversi progetti, risparmiando rispetto alla originale ipotesi di scambio caserme vecchie/caserma nuova.

Legambiente ha sostenuto l’ipotesi di una forma di processo partecipato aperto per discutere il destino di quei beni, in cui si tenga conto sia dei vincoli economici che della domanda di partecipazione e socialità. L’esperienza ha ampiamente dimostrato la capacità di cittadini, gruppi e associazioni di rispondere concretamente a questo appello. Nessun percorso è facile, ma abbiamo chiesto all’Amministrazione Comunale di abbandonare un progetto ormai fallito, di rivedere gli obiettivi legati all’acquisizione delle caserme e di dialogare con le forze vive che rispondono ai bisogni della città. Pensiamo, ad esempio al “Distretto 42” (caserma Curtatone e Montanara in via Gori), abbandonato per decenni, aperto da febbraio ad aprile 2014 dal Municipio dei Comuni, con il grande e bel giardino, un polmone verde in pieno centro.

Le Amministrazioni succedutesi hanno mantenuto l’idea della destinazione di quelle aree a edilizia privata. Nel 2019 si è anche proposto diutilzzare le aree esterne alla caserma Artale di via Derna come parcheggio, nonostante sia in ZTL.