Legambiente partecipa al Dibattito Pubblico e presenta le sue preoccuazioni e richieste di chiarimenti
(Il Dibattito Pubblico, previsto dalla legge regionale 46/2013, è “un processo di informazione, confronto pubblico e partecipazione” su opere, progetti o interventi che assumono una particolare rilevanza per la comunità regionale, in materia ambientale, territoriale, paesaggistica, sociale, culturale ed economica. È obbligatorio per le opere che superano la soglia di 50 milioni di euro)
Il Dibattto Pubblico per la “Pattafroma Europa” si è svolto da aprile e gugnio 2016. Legambiente Pisa ha partecipato al dibattito, anche in relazione con Legambiente Toscana.
Questo sito aveva presentato il progetto di estensione del porto di Livorno nell’agosto 2015 (https://www.legambientepisa.it/piattaforma-europa-nel-porto-livorno-serve-ci-rischi/).
Durante il dibattito abbiamo presentato osservazioni che non hanno avuto risposta soddisfacente. Riportiamo le osservazioni scritte lasciate sul sito del Dibattto Pubblico (www.dibattitoinporto.it), ridotte in estensione dovendo non superare i 3000 caratteri.
Di seguito ancora copiamo quanto pubblicatol’11 agosto 2015.
Osservazioni scritte per il Dibattito Pubblico
(il testo che segue non molto vicino al testo pubblicato, non essendo riusciti a scaricarlo – appena possibile copieremo il testo originale)
- Ci è stato detto che l’estensione a mare delle opere collegate alla Piattaforma Europa sarebbero ininfluenti sulla stabilità della spiaggia a nord del porto. Vorremmo approfondire il tema con studi altrettanto autorevoli e autonomi, considerando la notevole estensione del molo a difesa della Piattaforma, mentre opere minime più a nord hanno provocato sensibili variazioni sulla linea di costa. Le nostre preoccupazioni sono condivise anche da esperti che non escludono fenomeni di erosione e ritengono necessario approfondire gli studi (vedasi prof. Enzo Pranzini – Università di Firenze, Il Tirreno 5.2.2014).
[Il problema degli studi sugli impatti ambientali si pone anche perché la VIA è redatta dal proponente dell’opera, mentre gli enti pubblici che devono controllare non hanno le competenze interne o le risorse economiche per sviluppare autonomamente studi altrettanto adeguati.]
- L’opera è adiacente allo Scolmatore, che segna il confine del parco Regionale di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli. Vorremmo sapere se è stata presentata una Valutazione di Incidenza. Inoltre, se ben ricordiamo, è stato affermato che l’Ente Parco, interpellato, non ha risposto. Riteniamo che sia comunque necessario un parere del Parco. Ricordiamo tra l’altro che le Secche della Meloria sono parte integrante del territorio di detto Parco Regionale.
- Vorremmo sapere quali enti e con che metodiche verificheranno la qualità ambientale (anche dell’aria) e come potranno i cittadini controllare e con che garanzie.
- La “finanza di progetto” prevede che il soggetto privato contribuisca con parte del capitale necessario recuperando investimento e legittimo guadagno coi proventi della gestione dell’opera. Tuttavia ci risulta che, in caso di mancato recupero (anche nell’eventualità che l’opera abbia alla fine un costo maggiore di quanto preventivato, come è quasi regola) quanto manca sia corrisposto dall’ente pubblico.
Vorremmo sapere se questa ipotesi vale anche per la Piattaforma Europa e, in caso affermativo, se il committente pubblico si è tutelato e come.
- L’opera vuole rispondere al crescente tonnellaggio delle navi portacontainer e mettere in grado il Porto di Livorno di competere con altri porti dell’arco tosco-ligure per un traffico merci che dovrebbe coinvolgere il centro e nord Europa. L’operazione sembra condotta in concorrenza con altri porti dell’arco ligure-tirrenico, senza un coordinamento che guardi al complesso dell’offerta portuale per i traffici previsti. Per Livorno s’ipotizza, infatti, un passaggio da quasi 600.000 TEU/anno a 3 milioni di TEU/anno, una cifra secondo alcuni irraggiungibile (da Il Tirreno, Livorno 21.5.2013). Intanto Savona, Genova e La Spezia puntano a 6 milioni, sufficienti per quasi tutta l’Italia. Intanto i dati nazionali danno in calo il tonnellaggio trattato nei porti italiani: da più di 500 milioni di tonnellate nel 2007 a meno di 460 nel 2013. Sull’eccessiva capacità dei porti italiani e sulla necessità di una programmazione nazionale si esprimono Matteo Renzi (da Ansa, 14.4.2015) e Gianluigi Aponte, proprietario della MSC (Mediterranean Shipping Company, seconda compagnia al mondo per il trasporto dei container) (da Ansa,4.2015). Secondo Renzi “non possiamo avere in 200 Km dieci porti di rilevanza strategica … non possiamo far sì che ciascuno faccia come vuole”. Secondo Aponte bisognerebbe sviluppare in Italia al massimo 4 o 5 porti e “la pianificazione andrebbe fatta a livello centrale e non regionale”.
Si rimanda al testo del precedente articolo a riguardo