Legambiente Pisa si è sempre opposta alla tangenziale nord est perché aggrava e non risolve i problemi di traffico (vedi); sarebbe anche una cattiva scelta urbanistica e una ferita al paesaggio. Il pesante impegno finanziario dovrebbe essere rivolto verso ad altre soluzioni a favore del trasporto pubblico e alla “mobilità gentile”.
Di seguito un comunicato del giorno 21.11.2018
La cosiddetta tangenziale nord-est era una delle priorità del sindaco Filippeschi ed ora lo è per il sindaco Conti. È un’opera che, secondo i proponenti, dovrebbe ridurre tempi di transito e traffico in città.
Ma, mentre sono certi i notevoli costi, 70 milioni di euro nella valutazione iniziale nel 2007, sono dubbi i vantaggi ipotizzati e sicuri danni per il territorio.
Gli ingorghi che strangolano la città di Pisa non derivano da flussi di attraversamento, ma sono originati da una miriade di spostamenti che penetrano a fondo nel tessuto urbano tentando di raggiungere il cuore della città. Questo dato risulta dall’ultimo studio generale sul traffico riportato nel Piano Urbano del Traffico approvato dal Consiglio Comunale oltre 15 anni fa (purtroppo mancano studi approfonditi successivi). Comunque non c’è ragione di ritenere che la situazione sia cambiata di molto dai primi anni 2000.
La “nuova viabilità “, così come è concepita, indurrebbe un utilizzo sempre più massiccio dell’auto privata, quando è dimostrato che l’unico modo per ridurre il traffico è ridurre il numero dei mezzi privati che entrano in città, con una politica urbanistica e dei trasporti che favorisca trasporto pubblico e mobilità “attiva” (bici e piedi).
La parte orientale del tracciato si sovrappone o scorre lungoun tracciato già esistente che consente di raggiungere via del Brennero in località Figurettaa partire da Cisanello. Qualche modesto intervento potrebbe eliminare alcuni punti critici. Per il collegamento tra via del Brennero e la via Aurelia si potrebbe accogliere un suggerimento che si trovanel citato Piano Urbano del Traffico: sistemare un percorso di vie sterrate già esistenti.
La nuova tangenziale porterebbe effetti urbanistici collaterali negativi. Il taglio della pianura a nord di Pisa deturperebbe il paesaggio rurale tra Pisa e San Giuliano e costituirebbe un ostacolo agli spostamenti radiali, per tutti i mezzi che non fossero auto.
Non solo: favorirebbe nuovi insediamenti commerciali e residenziali con un ulteriore consumo di suolo ed esodo di residenti in città verso la ex campagna. La “città diffusa”, che allontana i cittadini da servizi, lavoro e persone, impone poi l’uso del mezzo privato: un modo per aumentare il traffico pendolare.
Se consideriamo poi il corposo lavoro sulla VAS della viabilità nord-est redatta dal Comune nel 2010, gli impatti temporanei e permanenti su flora, fauna e tutte le componenti abiotiche nella zona interessata dal tracciato dell’opera risultano essere negativi.
Non dimentichiamo la proposta di risparmiare qualche milione evitando il previsto sottopasso dell’Acquedotto Mediceo, che si propone di smontare alcune arcate, da rimontare poi nei pressi. Voci più autorevoli delle nostre si sono levate contro questa ipotesi sostenuta con il pretesto di investire i risparmi in ristrutturazione dell’Acquedotto. Un monumento di quella bellezza e importanza storica merita di essere curato nell’ambito della attenzione verso il paesaggio e il valore naturalistico della piana tra Pisa e il Monte, non a seguito di una ferita che la divide in due.
Il miglior risparmio è non realizzare il progetto, investendo invece in trasporto pubblico e mobilità “attiva”. Idee e progetti non mancano.