L’acqua è un elemento indispensabile alla vita. Per l’uomo vuol dire il bere necessario, produzione di alimenti ed energia, igiene. L’acqua rappresenta un bene comune, cui tutti hanno diritto. Per l’accesso all’acqua si sono combattute e si combattono guerre.
Legambiente si è espressa per un uso equo e sostenibile e consiglia l’uso dell’ acqua del rubinetto, evitando le acque minerali che vengono prelevate a costo quasi nullo e distribuite con un grave carico ambientale per il trasposto e gli imballaggi.
Che l’acqua minerale sia più sicura è falso avendo questa meno controlli delle acque di acquedotto; che sia più buona è messo in dubbio da una prova sperimentale organizzata da Legambiente Pisa.
Nel referendum del giugno 2011 la maggioranza assoluta degli Italiani ha confermato il carattere di bene comune dell’acqua, chiedendo che non sia trattata come una merce e che non sia fonte di profitto per privati (si veda Introduzione ai quesiti referendari).
I motivi che hanno convinto a votare “sì” alla abrogazione di norme che imponevano forme di privatizzazione sono illustrati, ad esempio, da Marco Bersani e Francuccio Gesualdi, dal presidente France Libertés; interessante l’opinione pregressa del ex presidente dell’ATO 4.
Il movimento referendario ha costretto il Partito Democratico a prendere una posizione. Il presidente di Pubbliacqua S.p.A. ha difeso il sistema misto pubblico/privato.
Durante la campagna si è svolta una grande manifestazione che ha segnato un ottimo successo.
Purtroppo l’esito del referendum, per quanto chiaro, non ha avuto conseguenze e tutto o quasi è rimasto come prima: solo il Comune di Napoli ne ha tenuto conto. I promotori del referendum sono stati costretti a lanciare una campagna di obbedienza civile chiedendo ai cittadini di diffidare i gestori dal continuare a calcolare il costo della bolletta considerando la remunerazione del capitale privato, minacciando di autoridurre la bolletta stessa. La campagna è in corso.