pagina da aggiornare

Per  quanto si possa ridurre e recuperare, una frazione dei rifiuti arriva allo smaltimento.
Nella provincia di  Pisa, atttulmente (2009, ultimi dati Piano Interprovinciale) i rifiuti, escluso il 33,8% differenziato,  sono smaltiti  in discarica per il 50% e  in inceneritore per il 16% circa. Ricordiamo però che il 7% (del 100% totale) arriva in discarica come scarto di un cattivo trattamento della frazione organica/verde e che l’inceneritore attuamente (2012) funziona paezialmente ede è prevista la chiusura per anni per ristrutturazione.
In questa pagina si scrive di inceneritori, discariche, altre tecnologie. Gli stessi argomenti vengono affrontati anche nella pagina Pisa e provincia per quanto riguarda le vicende locali e gli inerventi di Legambiente Pisa.

Gli inceneritori sono spesso impropriamente chiamati “termovalorizzatori”, una ternine che fa rifermento al recupero energetico nel tentativo di smussare l’allarme che provoca il termine corretto«impianto di incenerimento»,  ai sensi dell’art. 3, punti 4 e 5, della direttiva 2000/76 della Commissione Europea.
Gli impianti di incenerimento incontrano sempre una forte opposizione per diversi  motivi, a partire dai rischi per la salute (vedi Studi, Medicina Democratica 2006, Sforamento 4.11.2011). Sul tema Legambiente Pisa ha organizzato un convegno (vedi contributo di Fabrizio Nardo 2007) e si è espressa (Inceneritori si o no 2010, Bruciare). In città è particolarmente attivo il comitato Non Bruciamoci Pisa.

Nella provincia di Pisa, in località Legoli si trova una grande discarica di propietà della Società Belvedere S.p.A  (di proprietrio di maggioranza il Comune di Peccioli, minoranza ad azionariato diffuso tra i cittadini del comune) , che riveve rifiuti anche dalle provincie di Firenze, Prato e Pistoia. Legambiente Pisa si è opposta a alla richiesta di ampliamento della discarica di Legoli.

Un’altra tecnologia può essere la dissociazione molecolare (o gassificazione), cioè la divisione molecole di origine organica complesse in composti più semplici realizzando un gas sintetico, il SynGas; il fenomeno avviene in carenza di ossigeno a temperature tra i 300°C e i 550°C circa. Può essere realizzata con rifiuti di origine organica. Vedi EnerGo. La proposta di un pirogassificatore a Castelfranco ha trovato una forte opposizione locale.
Un’altra via percorribile (probabilmente in parallelo ad altre) è la gestione a freddo.
Un frazione di particolare importanza è costituita dagli scarti organici  e dal “verde” (potature) che può essere recuperata producendo compost.

Nel 2014  Legambiente Pisa ha pubblicato su questo sito alcuni documenti sulla inutilità e pericolosità degli inceneritori (vedi documento 1 documento 2)