Si è appena conclusa la Conferenza sul clima (COP25) a Madrid, dove i Paesi che hanno sottoscritto l’Accordo di Parigi nel 2015 hanno cercato di trovare un’intesa per un futuro sostenibile. Purtroppo il coraggio è mancato e la COP25 è stata un fallimento, ma l’emergenza climatica è reale, attuale e va risolta al più presto.
Solo due mesi fa, a fine ottobre, il Consiglio Comunale di Pisa approvava la mozione di
iniziativa popolare per la dichiarazione dell’emergenza climatica presentata dai Fridays For Future di Pisa, con la quale si impegnava a dar avvio ad un percorso che tendesse a ridurre progressivamente le emissioni locali nette di gas serra ed arrivare a zero emissioni entro il 2030 sul territorio comunale. La mozione impegnava anche a riconoscere la lotta al riscaldamento globale e la transizione ad un’economia sostenibile come priorità strategiche dell’azione comunale per i prossimi 10 anni.
Alcuni passi in questa direzione sono stati fatti, come i convegni sul verde in città, le promesse e i fondi stanziati per incrementarlo, il tentativo di coinvolgere le associazioni ambientaliste e i cittadini nella creazione di un tavolo permanente che faccia proposte e verifichi le operazioni fatte dal Comune, gli incontri per coinvolgere la cittadinanza nella redazione del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile e la concessione del patrocinio a varie attività di cura dei beni comuni.
Ma poi, concretamente, le politiche urbane che vengono messe in atto evidenziano significativi passi indietro e vanno nella direzione opposta.
Ad esempio, di fronte alla scelta di eliminare le rastrelliere da Borgo Largo, si sarebbe potuto optare per una soluzione integrata fioriere/rastrelliere. L’uso della bicicletta va sostenuto ed anche incentivato: eliminare le possibilità di sosta diffusa non aiuta l’uso di questo mezzo e non invoglia a recarsi in centro per fare compere. L’utilizzo della bicicletta per gli spostamenti quotidiani, sia per recarsi al lavoro che per andare in centro a fare shopping deve quindi essere facilitato, migliorando la rete di piste ciclabili ed aumentando la presenza di rastrelliere diffuse. Ci auguriamo anche se le rastrelliere siano state solo de-localizzate e non semplicemente eliminate.
Inoltre, incentivare i flussi di auto privata attraverso disposizioni di sosta gratuita in piazze e vie che già normalmente sono sature rischia di richiamare maggiori quantità di auto in città alla ricerca di parcheggi che alla fine risulteranno assenti, con effetti negativi sulla qualità dell’aria in città.
Infine arriviamo alla proposta di sperimentare l’abbandono della ZTL durante il periodo estivo, notizia uscita sui giornali locali pochi giorni fa. Si pensa che aumentando i flussi di auto private, diminuirà il degrado? Se si analizzano i casi di moltissime città, da Torino a Bari, i centri storici che hanno migliorato la vivibilità e hanno aumentato i fatturati dei negozi che li popolano, sono quelli che hanno accompagnato le chiusure dei centri storici ad investimenti sulla mobilità pubblica integrata a quella dolce (a piedi o in bicicletta).
L’inquinamento atmosferico urbano raggiunge picchi spaventosi da alcuni anni proprio nel mese di Dicembre. Un’alternativa è rappresentata dal ripristino delle corse di autobus gratuiti dalle 16.00 alle 20.00 nel periodo natalizio, come avveniva due anni fa.
L’innovazione del sistema di mobilità di una città di piccole dimensioni, ma fortemente attraversata da flussi lavorativi, turistici e commerciali quale è Pisa, è un passaggio fondamentale per renderla davvero sostenibile per chi la abita e per chi la frequenta ed adatta a rispondere con prontezza ai problemi legati all’inquinamento e ai cambiamenti climatici. Non rinunciamoci!