CAMP DARBY: VIA GLI ALBERI, ARRIVANO ALTRE BOMBE
POTENZIARE CAMP DARBY DANNEGGIA IL TERRITORIO E ALLONTANA LA PACE
Tra Pisa e Livorno ci sono centinaia di ettari di territorio che, di fatto, non sono Italia, sottratti alla sovranità nazionale da un accordo stipulato nel secondo dopo guerra e confermato recentemente. È Camp Darby, la base logistica militare dove più di centoventi bunker contengono armi e munizioni pronte a essere impegnate dove il governo USA ritenga utile intervenire militarmente.
Qui entro breve inizieranno i lavori per costruire un ponte girevole sul canale dei Navicelli e 2,5 chilometri di linea ferroviaria, che connetteranno la base con la stazione di Tombolo. Scopo dell’opera è facilitare il trasporto dei materiali bellici dal porto di Livorno ai magazzini di stoccaggio, con un minor impiego del trasporto su gomma.
L’operazione è molto dolorosa per il territorio, che si trova all’interno del parco regionale di Migliano-San Rossore-Massaciuccoli: 937 alberi autoctoni abbattuti e 7 ettari di verde consumati per fare posto a binari e cemento, senza contare il disturbo ‘temporaneo’ di altri 36 ettari circostanti.
L’opera, approvata dalla commissione mista tra i governi italiano e statunitense (COMIPAR), è esonerata dal controllo di conformità urbanistica e quindi dal rispetto delle norme di gestione del territorio in quanto “destinata alla difesa nazionale”. Quindi né Enti Locali né Ente Parco possono opporsi alla realizzazione. Ci domandiamo quale sia l’interessa nazionale italiano in un deposito di armi di uno stato estero che le userà in diverse parti del mondo per gli interessi nazionali propri.
L’Ente Parco ha espresso un parere negativo lanciando un allarme sui molti rischi ambientali, oltre quelli già citati: inquinamento di suolo e acque, impermeabilizzazione del suolo, dispersione di polveri, disturbo alla fauna che potrebbe abbandonare definitivamente il territorio circostante, … . L’Ente Parco ha anche proposto misure di mitigazione e compensazione, solo in parte considerate. Il danno resta.
Legambiente Pisa denuncia il grave e definitivo danno ambientale che verrà arrecato ad un’area di eccezionale bellezza e importanza naturalistica, la più grande foresta costiera del Mediterraneo. Il sacrificio è tanto più doloroso in quanto l’opera è funzionale a un sistema militare che alimenta senza risolvere i già troppi conflitti che devastano paesi e popolazioni vicini e lontani. Come si legge nello lo statuto nazionale dell’associazione Legambiente “… si oppone in modo integrale alla guerra … si batte per la pace e la collaborazione tra tutti i popoli … per il disarmo nucleare e convenzionale.”.