Pubblichiamo un articolo di Greenreport pubblicato on line il 13.9.2017
Dieci anni dopo la prima e unica Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici in Italia, il promotore dell’iniziativa – l’allora ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio – è tornato in Senato per fare un punto su quanto compiuto dal 2007 ad oggi, supportato tra gli altri dal presidente dell’Ispra Stefano Laporta. Assai poche purtroppo le buone notizie.
Dai dati Ispra risulta come dieci anni fa il 10% territorio italiano fosse interessato da una forte criticità idrogeologica, mentre nel 2017 le aree a rischio sono quasi raddoppiate arrivando al 19,4%. Conseguentemente, la popolazione residente in aree a pericolosità frana elevata e molto elevata è passata da 992.403 a 1.247.679, mentre quella esposta a rischio alluvione ha quasi raggiunto i 2 milioni di persone; ampliando l’analisi anche gli abitanti che vivono in aree a scenario di pericolosità media e scarsa, si arriva a 9 milioni di persone. «Avere perso dieci anni è stato un crimine – commenta Pecoraro Scanio – ora basta ritardi. Fenomeni estremi come bombe d’acqua e alluvioni stanno stravolgendo lo scenario climatico del Paese e il recente disastro di Livorno ci ricorda che le nostre città sono vulnerabili ai pericoli. Non è accettabile perdere vite umane».
Com’è stato possibile? Di grande importanza è la dinamica relativa al progressivo consumo di suolo, che ancora oggi mangia 4 metri quadrati al secondo e comporta costi alla collettività per almeno 820 milioni di euro all’anno, con l’Ispra che «ha evidenziato un trend positivo degli interventi a mitigazione del rischio idrogeologico solo nel biennio 2007-2008. Dal 2009, invece, gli stessi dati confermano l’assenza di programmazione». Altro fattore determinante è l’avanzata dei cambiamenti climatici, più acuta in Italia rispetto alla media globale: com’è stato ricordato durante l’incontro in Senato dalla Fondazione UniVerde (di cui Pecoraro Scanio è oggi presidente), nel 2007 si evidenziò come «l’anomalia della temperatura media si attestasse allora a +1 °C rispetto al