Conseguentemente il centro di recupero CRUMA non è più in gado di ricevere e curare gli animali e Legambiente non può trasportarli sino al centro. L’attività è sospesa sino a eventuali prossimi accordi: siamo in attesa di una proposta che preveda condizioni operative sostenibili dai soggetti coinvolti.
Permane la competenza della Regione per il soccorso della fauna selvatica. L’ufficio regionale distaccato per la sede di Pisa si trova in via Roma 3, telefono 050.8006228
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Un po’ di storia
Per oltre 15 anni Legambiente Pisa è stata impegnata nel recupero della fauna selvatica. In collaborazione con i volontari del WWF (sino alla primavera 2016) ha recuperato uccelli selvatici e piccoli mammiferi (circa 600 ogni anno), spesso andando a prenderli sul luogo del ritrovamento, fornendo un primo soccorso e trasferendoli poi al CRUMA, il centro di recupero della LIPU a Livorno, dove veterinari specializzati provvedevano alle cure del caso e alla eventuale liberazione.
La fauna selvatica è “patrimonio inalienabile dello Stato” e, quindi, era una istituzione pubblica, la Provincia, ad occuparsene, stabilendo una convenzione con la nostra associazione per il rimborso delle spese sostenute. Con il ridimensionamento delle funzioni delle Provincie, la competenza è passata alle Regioni.
La Regione Toscana, in attesa di uniformare le modalità di intervento sul territorio regionale, ha prorogato la convenzione esistente, per brevi periodi successivi, dal marzo 2016 all’agosto 2017. Nel frattempo ha pubblicato un bando regionale tramite le “macro-USL” regionali (per noi provincie di Massa-Carrara, Lucca, Pisa, Livorno).
I soggetti sinora impegnati nel recupero della fauna selvatica (LIPU, Facoltà di Veterinaria Università di Pisa, Legambiente Pisa, Vega Soccorso) hanno collaborato tra loro per organizzare una proposta economicamente contenuta, grazie ancora al lavoro volontario, ma anche rispettosa di una irrinunciabile qualità delle operazioni di recupero e cura.
Dopo un primo bando andato deserto, la Regione Toscana ha proposto un secondo bando giudicato ancora insostenibile dai soggetti sopra citati. In particolare non sarebbe garantito il necessario sostegno al CRUMA, unico centro di recupero e cura in tutte quattro le provincie costiere, effettivo cuore di tutta l’attività.