Legambiene Pisa ha presentato all’Amministrazione le sue osservazioni contrarie all’opera
(in fondo si possono leggere le osservazioni formalmente presentate all’Amministrazione secondo le modalità previste per legge)
Per il mese di agosto, proprio agosto, sarà possibile presentare osservazioni al piano attuativo che conferma la cementificazione di uno dei pochi spazi verdi rimasti in città secondo una vecchia previsione urbanistica.
Fino a qualche anno fa via Luzzatto, sul lato opposto al CNR, era costeggiata da una lunga e larga area di verde incolto. È stata poi costruita la caserma della Guardia di Finanza e sono iniziati i lavori per una nuova casa per studenti. Dell’ampio spazio verde resta oggi solo una parte all’angolo con via Valgimigli di fronte, al negozio COOP Cisanello. Ma una delibera di Giunta Comunale condanna anche quest’area: è infatti prevista la costruzione di un edificio residenziale e di un nuovo grande centro commerciale corredato di ampio parcheggio.
La città e il quartiere non ne hanno più bisogno. Da quando furono fatte le prime previsioni urbanistiche a oggi molte cose sono cambiate. La crisi economica ed ambientale hanno modificato le necessità delle persone e delle città: un ulteriore consumo di suolo non è più giustificato, né suolo agricolo né verde superstite in città
Il quartiere, tra Don Bosco e Cisanello, è già occupato da palazzi residenziali, uffici ed edifici commerciali, ed è attraversato da grandi strade con auto che passano veloci. Avrebbe piuttosto bisogno di luoghi di incontro, di verde fruibile, di negozi di vicinato, e di strade da percorrere in sicurezza per chi si muove a piedi o in bicicletta.
Pare purtroppo che non sarà così. Oltre agli edifici e all’ampia spianata del parcheggio, sono previste due rotatorie, una a servizio dello stesso parcheggio e una per velocizzare il traffico al posto dell’attuale semaforo. Lì, senza appositi accorgimenti che ne consentano l’attraversamento, pedoni e ciclisti saranno molto a rischio di incidente, anche grave.
Pensiamo che Pisa, come le atre città, dovrebbe cambiare direzione puntando verso una “rigenerazione urbana”. Anche il dossier dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) di quest’anno documenta l’eccessivo consumo di suolo e le fragilità dei territori, sempre più esposti in seguito ai rapidi mutamenti del clima.
Nel 2017 una città intelligente sa cambiare direzione e puntare alla qualità della vita dei suoi cittadini.
Una città intelligente dovrebbe prepararsi ai problemi che verranno con i cambiamenti climatici e predisporre isole di verde che contribuiscono a diminuire la calura e ad assorbire le piogge eccezionali che già cominciano ad abbattersi sulla nostra regione e non solo.
Una città intelligente incrementa e mette in connessione i propri parchi, valorizzando i prati residuali, gli argini e corridoi verdi di viali e bordi strada, in modo da dotarsi di un’infrastruttura verde. Le previsioni urbanistiche si possono cambiare, in meglio.
Comune di Pisa
Direzione 18a : Attività Produttive – Edilizia Privata – Restauro Beni Storico Artistici
Oggetto: osservazioni al Piano attuativo per la realizzazione di nuovo edificio commerciale e fabbricato residenziale e opere di urbanizzazione in Pisa via Luzzatto – scheda norma 5.1/B
In relazione all’atto in oggetto si presentano le seguenti osservazioni
a) Non è garantita la depurazione delle acque reflue
Come si evince dalla comunicazione di Acque S.pA indirizzata alla società Crealink s.r.l. e al Comune di Pisa del 15.4.2015 (si veda Piano Attuativo scheda 5.1/B – Fascicolo pareri enti), la fognatura nera di via Valgimigli «confluisce al depuratore pubblico denominato “La Fontina” il quale ha raggiunto strutturalmente la massima capacità di depurazione».
Pertanto «… gli edifici dovranno dotarsi di impianto di depurazione di realizzazione e gestione esclusivamente privata da collegarsi a idoneo corpo ricettore …»
Nella stessa comunicazione si ricorda che il nulla osta rilasciato da Acque S.p.A, in considerazione di quanto sopra, ha valore temporaneo a partire dalla data di protocollo, quindi non più valida alla data odierna.
Si osserva che l’attuale inadeguatezza degli impianti di depurazione impone di non caricare ulteriormente l’area di nuovi abitanti e abitanti equivalenti.
Inoltre che è necessario un parere aggiornato di Acque S.p.A, che garantisca una adeguata e definitiva depurazione delle acque.
b) L’edificato porta una eccessiva impermeabilizzazione del suolo
Le opere previste contribuiscono in modo considerevole alla progressiva impermeabilizzazione del suolo, anche se nel complesso delle UMI interessate sulla carta sono rispettati i vincoli di legge. Si tenga anche conto che nel computo delle aree permeabili si considerano aiuole di dimensioni ridotte coperte da argilla compatta, che poco potranno contribuire all’assorbimento delle acque meteoriche.
Si osserva che è necessario invertire la tendenza alla sempre maggiore impermeabilizzazione del suolo urbano e non solo, come indicato anche dai recenti studi pubblicati da ISPRA in considerazione dei prevedibili cambiamenti climatici, messi in evidenza nella stessa nostra città da recenti eventi estremi che hanno provocato considerevoli danni.
c) Non è rispettato il rapporto di copertura
Il rapporto di copetura nell’UMI 2 è “non verificato” (Allegato 0 -Album Piano Attutivo, pag. 30) in quanto “non prescritto”.
Si osserva che, a garanzia della qualità dell’opera, è opportuno rispettare il rapporto di copertura anche per l’UMI 2 (centro commerciale)
d) Rapidi cambiamenti storici impongono la necessità di adeguare le previsioni urbanistiche alla realtà presente e allo sviluppo desiderabile della città
La condivisibile scelta di promuovere la crescita della città in una “Pisanova”, piuttosto che in una corona circolare che la circondasse, non le ha risparmiato il sorgere di una periferia povera di qualità, di verde, di occasioni di aggregazione. La crescita edilizia è stata un rilevante motore economico, ma i risultati permanenti sono stati spesso deludenti.
Il Piano Attuativo propone intenzioni positive, che devono essere valutate in base alle prevedibili reali conseguenze.
Nell’allegato 15 (Valutazione ambientale) si legge di:
– miglioramento della vita in relazione dei residenti potenziando le attività di quartiere;
– riqualificazione delle aree periferiche con il recupero dei margini urbani ;
– realizzazione e/o rinnovamento delle aree verdi in ambito urbano;
– offerta di aree per servizi diretti alla collettività con decongestionamento del centro storico della città;
(pagg. 3 e 4)
– completamento del tessuto urbano esistente;
– miglioramento della viabilità;
– completamento dell’area;
– sopperire alla carenza di parcheggi;
( pag. 5)
– inserimento di un nuovo edificio commerciale e di un fabbricato a carattere residenziale in un contesto funzionale capace di assorbire ottimamente il nuovo carico del traffico veicolare generato, di migliorare l’attuale viabilità senza sacrificare il verde pubblico e privato.
(pag. 7).
– metà della superficie fondiaria delle due UMI viene ceduta al Comune come spazio pubblico al fine di creare una nuova viabilità e di soddisfare le esigenze di parcheggio e di verde che l’area di San Cataldo richiede.
(pag.7)
Si osserva che le azioni previste contrastano di fatto con tali obiettivi. Infatti:
– sono altre le strutture di aggregazione sociale che migliorano la vita di relazione in un quartiere e offrono servizi utili, non un centro commerciale e un parcheggio (già molto presenti nello stesso quartiere), a meno che non si ceda alla tendenza di sostituire l’agorà delle persone con l’agorà delle merci;
– il nuovo edificato non si può presentare come “riqualificazione di aree periferiche” o “rinnovamento delle aree verdi”, costituendo di fatto un’ulteriore impermeabilizzazione del suolo con spazi verdi di ingannevole superficie totale essendo costituite da vialetti e piccole aiuole a contorno di edifici e stalli auto;
– “completare il tessuto urbano esistente” non è di per sé un’azione positiva: dipende da come lo si fa;
– il parcheggio pubblico in superficie non “sopperisce a una mancanza”, ma di fatto è funzionale al centro commerciale, costituendo un attrattore di traffico (come si ammette quando si parla di “nuovo traffico veicolare generato”): il parcheggio, cioè, soddisfa una necessità indotta dalla stessa opera complessiva;
– la concessione al Comune di metà dell’area da parte della proprietà non è finalizzata agli obiettivi condivisibili dichiarati, ma a realizzare un parcheggio necessario alle attività commerciali …;
– … e neanche a realizzare aree verdi fruibili, essendo queste frazionate in piccole superfici come detto sopra.
Si osserva che le contraddizioni tra intenzioni dichiarate e progetto reale si possono superare solo con una profonda revisione del secondo.
Si osserva che le destinazione dei pochi spazi ancora liberi deve essere un’occasione per puntare a una necessaria riqualificazione urbana, risparmiando l’errore di proseguire nella direzione della “cementificazione” definitiva degli spazi con illusori obiettivi economici.
Si osserva che, essendo già presenti strutture simili nelle strette vicinanze, un nuovo centro commerciale e un parcheggio al suo servizio non corrispondono alla necessità dei residenti del quartiere o della città, che hanno bisogno di maggiori spazi verdi e di aggregazione.
e) Parcheggio e rotatorie possono risultare attrattori di traffico e strutture pericolose per pedoni e ciclisti
Il quartiere e le vie interessate subiscono già un intenso e veloce traffico veicolare. Un nuovo grande parcheggio per i clienti di un centro commerciale risulta un ulteriore elemento che incoraggia la mobilità su mezzo a motore (come da pag. 7 del citato allegato 15 Valutazione ambientale).
Si osserva che tale risultato contrasta con le politiche messe in atto a favore della “mobilità gentile” (mezzo pubblico, piedi, bicicletta).
Sono previste due rotatorie, una delle quali in sostituzione di un semaforo e una a servizio del parcheggio.
Si osserva che le rotatorie costituiscono, come già risulta altrove in città, un pericolo oggettivo per chi si muove a piedi o in bicicletta. Si osserva quindi che si debba ridurre il loro numero allo stretto necessario e che, comunque, si debba provvedere ad attraversamenti protetti e sicuri per pedoni e ciclisti.
Pisa 25 settembre 2017 Legambiente Pisa
La presidente, Ilaria Sbrana